"Sapete perché sono andate male le elezioni?", Cav definitivo: l'indiscrezione-bomba sul Milan
Voto in Aula
Al Senato il Jobs Act ottiene la fiducia e diventa legge, fuori è guerriglia. Mentre poco prima delle 20 il governo ha incassato il via libera alla riforma del lavoro (166 sì, 112 no, un astenuto e niente scherzi dalla fronda del Pd), davanti a Palazzo Madama è andata in scena la durissima protesta dei Cobas e dell'assemblea nazionale dei lavoratori proprio contro il pacchetto varato dal ministro del Welfare Giuliano Poletti e dal premier Matteo Renzi (che all'ora di cena esulta come da copione su Twitter, "l'Italia cambia davvero"). I manifestanti, circa un centinaio tra studenti, precari e attivisti, hanno lanciato uova verso le forze dell'ordine e ci sarebbero tre feriti e due fermati.
#JobsAct diventa legge. L'Italia cambia davvero. Questa è #lavoltabuona. E noi andiamo avanti
— Matteo Renzi (@matteorenzi)
3 Dicembre 2014
Assalto a Palazzo Madama - A quanto ricostruito dagli organizzatori, il corteo "dopo un presidio di circa un'ora in un centro città completamente militarizzato" ha cercato di raggiungere Palazzo Madama ed è arrivato a contatto con le forze dell'ordine cercando di superare il blocco di polizia e raggiungere il Senato. Respinti, i manifestanti si sono spostati a Largo di Torre Argentina ma sono stati bloccati dalla polizia all'altezza di via Florida. Al tentativo, dopo circa un'ora, di raggiungere di nuovo Piazza Venezia e il Colosseo "con le mani alzate e il volto scoperto", la manifestazione, sostengono gli organizzatori, "è stata caricata con violenza prima frontalmente e poi dai lati".
La protesta di Sel - Nel frattempo, in Aula prima del voto non sono mancati momenti di protesta anche da sinistra. I senatori e le senatrici di Sel, dopo la dichiarazione di voto contrario annunciata dal senatore Giovanni Barozzino, hanno esposto in aula alcuni cartelli con slogan come "Jobs Act: ritorno all'800", "Art. 1: l'Italia è una Repubblica affondata sul lavoro", e con uno Statuto dei lavoratori listato a lutto.
i più letti
Condividi le tue opinioni su Libero Quotidiano
Commenti all'articolo
dafnedafne
05 Dicembre 2014 - 14:02
pd una bella famiglia di merde . di leccaculo e ipocriti.
Report
Rispondi
encol
04 Dicembre 2014 - 11:11
PD partito di mentecatti dal quale il solo Mineo si salva. Questi votano la propria busta paga per tutto il resto se ne strafregano. I coglioni siamo noi a strapagarli!!!!
Report
Rispondi
bruno osti
04 Dicembre 2014 - 15:03
il resto sono i dipendenti Alitalia, Electrolux, Termini Imerese, ARNEDI Ferrovie, Acciaerie di Piombino e Terni; ai prossimi di ILVA: ai nuovi assunti a tasse zero; a chi ha lo sconto IRAP e elettricità; ai dipendenti ed alle mamme degli 80 euro; a chi spende per la casa e gode sconti del 65%; a chi lavora nelle ristrutturazioni delle scuole e nei 43 grandi cantieri riaperti
Report
Rispondi
milibe
04 Dicembre 2014 - 06:06
illuso renzi: l'italia cambierà davvero quando si ridurrà drasticamente la pressione fiscale, l'elefantiaca burocrazia, quando si avrà un giustizia degna di tale nome e quando si ridurrà SERIAMENTE la spesa pubblica compresi stipendi super,pensioni e vitalizi da nababbi, basta essere il bancomat delle varie caste!
Report
Rispondi
Mostra più commenti