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Quirinale, ecco chi teme e chi vuole Renzi come successore di Napolitano

Nicoletta Orlandi Posti
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"Qualsiasi nome che esce fuori adesso è immediatamente bruciato", dice il braccio destro di Matteo Renzi a proposito delle grandi manovre per il Quirinale. Lorenzo Guerini è pronto però a scommettere che il premier abbia "già un candidato, però lo tiene segreto perché Matteo sa che la partita è così delicata che non è il caso di fidarsi neppure di... se stesso...". Una battuta, fa notare il Messaggero, che la dice lunga sulla delicatezza della partita. Di certo il premier vuole rottamare il vecchio Ulivo e a seguire tutti i leader di quella stagione. Il retroscena di Alberto Gentili parla di Franco Bassanini, ormai di casa a palazzo Chigi; Giuliano Amato sponsorizzato da Berlusconi; Pier Carlo Padoan, Pier Ferdinando Casini e Roberta Pinotti. Mario Draghi, invece, è l' outsider che Renzi teme. Da qui l'"assoluta necessità" di un'intesa preventiva "per non doversi rivolgere a un salvatore della Patria". Gli step - Il primo step, comunque, sarà provare a trovare un "candidato condiviso" nel Pd. "Il secondo", come spiega Guerini, "sarà rivolgersi alle altre forze politiche". Ma per riuscire in questa operazione, per non rischiare di fare la fine del suo predecessore Pierluigi Bersani "affossato dall'agguato dei cento", Renzi ha sposato "il metodo Ciampi". "Insieme a tutto il partito", spiega un fedelissimo, "sceglieremo un nome non troppo targato e decisamente autorevole e inattaccabile, con un' elevata caratura istituzionale e internazionale. Un Ciampi, insomma. Ma un Ciampi politico perché è finita la stagione della politica ostaggio dei tecnici". Renzi sogna di far eleggere il nuovo capo dello Stato alla prima votazione, ma se questo non accadrà la scelta del premier cadrà su un nome "più schierato" e tenuto segreto fino alla quarta votazione, quando per eleggere il Presidente basterà la maggioranza assoluta del Parlamento.

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