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Mario Draghi respinge al mittente la nomina al Colle: "Non farò mai il politico"

Nicoletta Orlandi Posti
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Il suo è uno dei nomi più accreditati per il passaggio di testimone al Colle quando Giorgio Napolitano smetterà i panni del presidente della Repubblica. Finora se ne era stato zitto a sentire tessere i suoi elogi, con il fine di spedirlo al Colle, da parte dei poteri forti dell'Ue, Angela Merkel in testa. Non ha battuto ciglio anche se sentiva il gelo di Matteo Renzi o di Silvio Berlusconi. Adesso Mario Draghi parla e per la prima volta rimanda ogni ipotesi di nomina quirinalizia al mittente. "Non voglio essere un politico", ha detto il presidente della Bce al giornale tedesco Handelsblatt. "Il mio mandato di presidente Bce prosegue fino al 2019", ha sottolineato Draghi, in merito all'eventuale successione al presidente Giorgio Napolitano. "Abbassare le tasse" - Draghi ha proseguito con un'analisi della situazione economica confermando che la Bce è pronta a intervenire all'inizio di quest'anno se divenisse necessario. "Il rischio che non rispettiamo il nostro mandato sulla stabilità dei prezzi è superiore oggi rispetto a sei mesi fa", afferma Draghi. "Stiamo attraversando una fase tecnica di preparazione in modo da calibrare l'importo, la tempistica e la composizione delle nostre misure di inizio 2015 in caso si dovesse far fronte a un periodo prolungato di bassa inflazione. C'è l'unanimità del Consiglio». Secondo Draghi, il rischio di deflazione per l'Eurozona è limitato ma se l'inflazione rimanesse troppo bassa troppo a lungo la Bce avrebbe la necessità di intervenire. L'acquisto di titoli di Stato rientra tra gli strumento che la Bce potrebbe utilizzare - ha sottolineato Draghi - ma il finanziamento diretto ai paesi dell'Eurozona, vietato dal trattato europeo, deve essere evitato. Draghi nega poi un 'break-up dell'Eurozona: «Non succederà, è per questo che non esiste alcun piano B». Draghi ha ribadito la necessità di riforme strutturali, di riduzione del peso fiscale e del taglio dei costi dell'amministrazione pubblica in modo da sostenere il recupero dell'economica dell'Eurozona definita "fragile e irregolare".

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