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Raffaele Fitto attacca Silvio Berlusconi: "Non riconosco la valenza politica dell'ufficio di presidenza"

Andrea Tempestini
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In Forza Italia è il giorno della resa dei conti. Lo scontro, ora, è totale. Ad aprire le danze in una giornata cruciale è Raffaele Fitto, il capo dei dissidenti rispetto alla linea di Silvio Berlusconi e fiero oppositore del Patto del Nazareno, pronto a sconquassare gli equilibri azzurri all'indomani dell'elezione di Sergio Mattarella al Colle. Fitto, così, proprio mentre si tiene l'ufficio di presidenza e della riunione dei gruppi parlamentari con Silvio Berlusconi, convoca una conferenza stampa alla Camera e spara: "Dopo gli errori clamorosi degli ultimi tempi - ribadisce - c'è la necessità di un azzeramento totale degli organi del partito". E ancora: "Noi restiamo in Forza Italia - assicura l'ex governatore della Puglia - ma apriamo con forza un confronto nel partito sulla linea politica e sul suo assetto". Il dito è puntato contro gli errori delle ultime settimane: "Non si può più derogare, ce lo chiedono milioni di elettori che ci abbandonano purtroppo ogni giorno come dimostrano i sondaggi. E pure la Biancofiore... - Fitto torna poi a rilanciare le primarie: "Dobbiamo sostituire l'attuale gruppo dirigente con un gruppo dirigente eletto dai nostri elettori, troviamo il modo. I ruoli, compreso il mio, si devono assumere non perché si viene nominati ma perché si viene eletti", ha aggiunto. Dunque l'ex governatore chiede una "svolta". Il lungo colloquio con Berlusconi della vigilia, dunque, non è servito per ricucire: "Ieri ho avuto un lungo e franco colloquio con Berlusconi - ha spiegato -. Le posizioni non sempre collimano. Berlusconi ha bisogno di dire fuori quello che pensa e noi abbiamo bisogno di chiarezza". La sfida di Fitto è totale: infatti, come detto, le sue parole arrivano proprio mentre il leader è impegnato in un ufficio di presidenza "ristretto" a Palazzo Grazioli. E Fitto spiega di "non riconoscere la valenza politica, giuridica e stataria del vertice". Sul summit critica anche Michaela Biancofiore, che non ha digerito l'esclusione: "Vorrei comprendere - afferma la deputata - chi ha partorito, in un momento di estrema delicatezza interna del partito nel quale milito dal 1994, la convocazione odierna e frettolosa del comitato di presidenza di Forza Italia ristretto, che taglia fuori cioè tutte le persone (ivi compresa la sottoscritta) da sempre leali al Presidente".

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