Cerca
Logo
Cerca
+

Forza Italia, giovani, donne e ultrà di Berlusconi: dalla Rossi alla Prestigiacomo, chi guida il correntone delle anti-Verdini

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Non vogliono essere considerati una «corrente», men che meno un «ciclone rosa» che promette di rimettere in piedi Forza Italia. A domanda precisa, rispondono così: «Noi siamo semplicemente il partito». Il gruppo che Maria Rosaria Rossi sta mettendo in piedi da giorni, incontro dopo incontro, vuole dare voce al corpaccione degli azzurri «schiacciato» tra la fronda del gruppo di Raffaele Fitto e quella dei fedelissimi di Denis Verdini. Tutti i convocati - nella sede di San Lorenzo in Lucina martedì, a casa di Stefania Prestigiacomo mercoledì - preferiscono tenere la bocca chiusa, ma su una cosa convengono: «Forza Italia non può essere ostaggio delle minoranze, qualunque esse siano». Se l'ex ministro degli Affari regionali può contare su trenta parlamentari e l'ex coordinatore su una quindicina a Montecitorio e su buona parte del gruppo Grandi Autonomie e libertà a Palazzo Madama, il «correntone» coinvolge direttamente o indirettamente ottanta parlamentari. La Rossi, che è tesoriera del partito oltre che capo segreteria dell'ex premier, aveva messo sotto tiro entrambe le minoranze attraverso due interviste. «Fitto vuole le primarie? Ognuno ha le proprie ambizioni, ma da noi non se ne parla», fu il primo attacco. «Cerchio magico? Pensate piuttosto al duo tragico composto da Denis Verdini e Gianni Letta...», l'ultimo, datato sabato scorso. Da quel desiderio di «affrancare» gli azzurri dall'opa delle minoranze sono nate le riunioni, gli scambi. La prima cosa che colpisce è la composizione del gruppo: a parte l'eurodeputato e consigliere politico del Cavaliere, Giovanni Toti, le animatrici sono soprattutto donne. Attivissima - tanto che di lei si parla come possibile nuova ambasciatrice di Forza Italia con Palazzo Chigi - è la responsabile comunicazione del partito, Deborah Bergamini. Presente alle riunioni anche l'ex sottosegretario e attuale presidente del comitato Shengen, Laura Ravetto, la coordinatrice calabrese ed ex sottosegretario, Jole Santelli, e la leader di Forza Italia Giovani, Annagrazia Calabria. Sono vicine al «correntone» tutte le ex ministre: all'Istruzione Mariastella Gelmini, all'Ambiente Prestigiacomo, alle Politiche europee Annamaria Bernini e alle Pari Opportunità Mara Carfagna. Aderisce anche Renata Polverini, un tempo vicina all'ex governatore pugliese: «Le fibrillazioni sono anche dovute al fatto che Berlusconi non gode ancora della piena agibilità», ammette. Non ci sono solo dirigenti donne, ovviamente. Nei giorni scorsi duri attacchi a Fitto e Verdini sono venuti anche da due fedelissimi del Cavaliere come l'ex sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, e dal presidente dei Club Forza Silvio, Marcello Fiori. È stato quest'ultimo, nel corso dell'Ufficio di presidenza, a lanciare l'idea di un «bentornato» coi fiocchi per il presidente. Fiori ha suggerito di organizzare un evento l'8 marzo, giorno nel quale il fondatore avrà finito di scontare i servizi sociali. Se «gli altri» non hanno commentato e Fitto continua a chiedere «l'azzeramento delle cariche», Il Mattinale di Renato Brunetta invita tutti alla calma: « Ci sono altre guerre che ci circondano per mettercene a fare una in casa nostra». D'accordo anche Maurizio Gasparri: «Fi ha bisogno di una forte iniziativa politica, più che di liti interne», ha ammonito. Ma il tiro contro Verdini sarebbe ispirato - secondo i bene informati - anche da fuori Fi: Ncd avrebbe posto come condizione per riallacciare il dialogo con gli azzurri un ridimensionamento dell'ex coordinatore Pdl. di Paolo Emilio Russo

Dai blog