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Italicum, il capogruppo Pd Roberto Speranza si dimette davanti all'assenza delle minoranze

Giovanni Ruggiero
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L'assemblea del Partito democratico vede la prima vittima cadere. Il capogruppo alla Camera Roberto Speranza si è dimesso dopo che la minoranza del partito, come annunciato, ha deciso di non far partecipare una settantina di parlamentari su 310. Matteo Renzi parla all'assemblea e non si tira indietro nel braccio di ferro, anche se il partito è sempre più diviso e lo strappo con i dissidenti sembra ormai inevitabile. "Il governo - ha detto Renzi - è legato a questa legge elettorale, nel bene e nel male: si è fatto promotore di un documento firmato dalla maggioranza convinta. In quel documento c'era lo scambio tra l'abbassamento delle soglie in cambio del premio alla lista, anziché alla coalizione". Parla poi alla minoranza, secondo Renzi incapace di mediare: "La legge elettorale perfetta non esiste da nessuna parte. Chi voterà la proposta della segreteria parte dalla consapevolezza che non esiste la legge perfetta. Chi deciderà di votare contro dovrebbe comunque riconoscere un lavoro di mediazione e di cambiamento lungo 14 mesi". Le dimissioni - Con il partito in balia delle minoranze, il capogruppo Speranza non se la sente di continuare e molla tutto: "Non cambiare la legge elettorale - ha spiegato - è un errore molto grave che renderà molto debole la sfida riformista che il Pd ha lanciato al Paese. C'è una contraddizione evidente tra le mie idee e la funzione che sovlgo e che sarei a svolgere nelle prossime ore"

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