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Regionali, Berlusconi recupera l'ottimismo: "Si può chiudere 3-4"

Nicoletta Orlandi Posti
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Alla faccia di chi se lo aspettava pronto alla fuga chissà dove, Silvio Berlusconi ha trascorso il primo giorno insieme alla sua (nuova) carta d'identità valida per l'espatrio, nella sua casa di Arcore. Di più, già di primo mattino l'ex premier si è messo al telefono con Adriana Poli Bortone, candidata di Forza Italia in Puglia. «Mi ha assicurato che verrà nella Regione a fare campagna elettorale», ha riferito lei, che correrà con i soli simboli di Fi e di “Noi con Salvini”. Giorno dopo giorno si sta ricomponendo il puzzle delle alleanze in vista del voto di maggio e, allo stesso tempo, aumenta l'ottimismo. «Sento che l'aria sta cambiando. Si parlava di un 7-0 a favore della sinistra, adesso sono molto più cauti, loro», ammette Renato Brunetta, capogruppo azzuro a Montecitorio, che, addirittura, si azzarda a prevedere un «4-3 per la sinistra», che equivarrebbe a «una caporetto» per Matteo Renzi. Il Cavaliere ci crede ed è convinto che i comizi che terrà in tutte le Regioni - compreso la Puglia di Raffaele Fitto perchè intende sfidare il suo ex delfino anche a casa sua - aiuteranno il centrodestra a recuperare consensi. In Veneto, intanto, Luca Zaia sembra avanti di 11 punti. È già quasi pronto un programma da “usare” in campagna elettorale, che rilancia tra le altre cose - dopo tanti anni - l'idea del federalismo fiscale. Un colpaccio è stato certamente la ratifica dell'accordo con Gian Mario Spacca, governatore uscente delle Marche ed ex esponente pd, ricandidatosi con una lista civica. Ieri mattina il coordinatore regionale degli azzurri, Remigio Ceroni, ha siglato «un'intesa progettuale» che ha consentito a Forza Italia di convergere sul suo nome. Stefano Caldoro, governatore della Campania che vuole la riconferma, ha fatto tutto da sè: l'ex ministro sarà sostenuto anche da Area Popolare, cioè Udc e Ncd. Altro dato considerato «molto positivo» la ritrovata intesa tra Fi e Fratelli d'Italia in Liguria. La leader del partito più a destra della coalizione, Giorgia Meloni, si era presa due giorni per decidere quale candidato sostenere, se presentare la “sua” lista a sostegno di Giovanni Toti o del fuoriuscito dal centrodestra Enrico Musso, ma, alla fine, ha scelto il primo: «C'è l'accordo», ha garantito l'europarlamentare-candidato. I dettagli saranno resi noti oggi da Ignazio La Russa. Dopo il teso faccia a faccia con Denis Verdini di giovedì, il Cavaliere ha sciolto le riserve anche sul candidato governatore in Toscana: è Stefano Mugnai. Consigliere regionale, è uomo di «compromesso» tra le anime del partito. «Il presidente mi ha esortato a fare una campagna decisa» ha confermato. Mugnai era appoggiato da Altero Matteoli, ma anche dall'ex coordinatore Pdl, che avrebbe solo chiesto al Cavaliere di non scegliere «Stefano Mallegni, un dito in un occhio». Lega e Fdi correranno da soli, però. Tutte le candidature di Fi saranno ratificate dall'Ufficio di presidenza che si riunirà a metà settimana. Si presenterà Raffaele Fitto o darà forfait come l'ultima volta? «Chi non accetta le decisioni della maggoranza si mette fuori», avverte Toti. L'ex ministro per gli Affari regionali è stato “sganciato” anche da Barbara Matera, eurodeputata che pure Fitto ha contribuito a far eleggere, aiutandola con le preferenze in Puglia: «Quando il dissenso viene strutturato incoraggiando la formazione di un gruppo, è evidente che nasce una cosa che non ha nulla a che vedere con la vita democratica del partito e col partito stesso». di Paolo Emilio Russo

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