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Massimo D'Alema: "Renzi è una colpa di Veltroni"

Lucia Esposito
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Massimo D'Alema scopre le carte su Walter Veltroni. "Io non odio Veltroni, ma gli imputo la colpa del leaderismo che ci ha portati dove stiamo. M'invitò alla prima di Quando c' era Berlinguer, ho dovuto declinare l' invito perché avevo un convegno, in Cina. Ma poi ha insistito. E con lui le nostre figlie. Io e lui abbiamo un universo sentimentale comune e siamo prigionieri delle nostre figlie", la confessione pubblicata da Il Fatto Quotidiano prosegue:  "Non è vero che Veltroni è più buono e io più furbo.  Walter è ormai, come sapete un uomo di cinema, voglio consegnarvi quest' immagine cinematografica. Ha organizzato per me una proiezione privata al Fiamma di Roma. Quando alla fine Berlinguer muore, le scene dei funerali... io e Walter ci prendiamo per mano e piangiamo, insieme, nella platea di poltrone rosse vuota, solo noi due". Le accuse - D'Alema accusa Veltroni di aver dato un'impronta americana al partito. "Non è un fatto criminale, ma io ho un'altra concezione.  Lui una volta ha detto che non è mai stato comunista, io non potrei dirlo non solo perché non è vero ma perché lo sono stato e non me ne vergogno!". Lo sfogo continua: "La verità è che abbiamo fatto il partito che sognava Berlusconi. Renzi è una versione tra virgolette di sinistra di Berlusconi". Da Veltroni a D'Alema. "È anche un ragazzo fortunato il premier, è sempre al posto giusto al momento giusto, ma questa è una virtù. Potrebbe fare tante buone cose in questo momento, ma il suo unico assillo è cucirsi addosso una legge elettorale su misura per le prossime elezioni. 

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