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Matteo Salvini, l'offerta a Silvio Berlusconi: "Forza Italia in piazza con la Lega"

Giulio Bucchi
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Matteo Salvini chiede due prove d'amore per rinnovare il matrimonio con Silvio Berlusconi. La prima: gli azzurri dovranno partecipare - o comunque non ostacolare - la tre giorni leghista del 6, 7 e 8 novembre finalizzata a «bloccare l'Italia di Renzi». La seconda: le truppe del Cavaliere in quel di Bruxelles dovranno smarcarsi dal Ppe targato Angela Merkel, seguendo l'esempio dei conservatori inglesi di David Cameron che hanno messo in piedi un gruppo eurocritico. Salvini ha già illustrato i suoi desideri al Cavaliere, in attesa di vederlo settimana prossima. Nell'attesa, gli ha spedito pubblicamente dei messaggi distensivi. Non solo sul Corriere di ieri, dove ha parlato di primarie nazionali auspicando un accordo per scegliere i candidati sindaci. È dalle colonne di Panorama, in edicola da oggi, che il segretario leghista diffonde un telegramma al miele sintetizzato così: «Dai, rifacciamo il centrodestra». L'europarlamentare milanese ha spiegato che un ticket con l'uomo di Arcore «sarebbe la soluzione migliore» perché «la sua esperienza per me sarebbe molto utile. In politica estera, ad esempio, batte Renzi dieci a zero». Salvini s'è spinto molto in là, tanto da rivelare: «Abbiamo quasi definito il programma» i cui piatti forti sono «flat-tax, abolizione degli studi di settore, via la legge Fornero, lotta all'immigrazione, famiglia tradizionale con apertura alle unioni civili. Solo sull'Europa dobbiamo accordarci». Ma quel «solo», buttato lì come se fosse un dettaglio, in verità rappresenta un problema spinoso e grosso così. Salvini è irremovibile. Il succo del suo ragionamento è questo: Bruxelles ci impone quasi tutte le leggi che danneggiano l'Italia, non possiamo stare insieme agli stessi che appoggiano la Merkel; questa è una battaglia che la Lega non vuole affrontare da sola, tanto più se andremo al governo. Insomma. Sarà più semplice trovare un'intesa con Forza Italia per la maxi-mobilitazione di novembre. La Lega non dà dettagli, ma sta pensando a una serie di iniziative fuori da prefetture, banche, grandi magazzini, monopoli di Stato. Iniziative che cercheranno di coinvolgere semplici cittadini, associazioni di consumatori e non solo. Obiettivo: dare una spallata al premier. Che secondo Salvini non riuscirà a tirare fino al 2018: «Per noi sarà un autunno di battaglia, credo sia l'ultimo panettone che Renzi mangerà» a Palazzo Chigi, ha chiosato ieri da Radio Padania. Di sicuro né la Lega né Berlusconi intendono rompere l'alleanza. Le chance di battere il centrosinistra sono realistiche solo se non si sfalderà quello che una volta si chiamava asse del Nord, e infatti da Villa La Certosa - dove sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza - l'ex premier registra con soddisfazioni le parole del leader lumbard. E confida ai fedelissimi: «La Lega ha capito che se ci dividiamo facciamo il gioco del Pd». Chi parla pubblicamente è la coordinatrice lombarda di Fi, Mariastella Gelmini, che si dice «d'accordo con Salvini» che desidera rifare il centrodestra, ma suggerisce di «cominciare da Milano», uno dei big-match delle amministrative della prossima primavera. E dove la Lega sarebbe felice di appoggiare Paolo Del Debbio, volto Mediaset e tra i fondatori di Forza Italia. Che per il momento fa il difficile. Tra i più lesti ad accogliere le colombe inviate da via Bellerio c'è Renato Brunetta. Che non a caso prova ad allentare il nodo-Bruxelles. «Con la Lega siamo d'accordo che non ci piace questa Europa tedesca e che la Banca centrale europea deve avere un ruolo diverso dall'attuale» assicura il capogruppo di FI alla Camera. Il senatore Francesco Giro aggiunge che quella di Salvini «è una proposta concreta», ma per spaventare il Pd «bisogna aggredire il partito più grande d'Italia, quello del non voto». Salta su Maurizio Gasparri: «La Lega è realista, non c'è alternativa all'unità del centrodestra». E mentre alcuni azzurri temono che sia un errore dare troppo spago al Carroccio, e fanno filtrare qualche mal di pancia, Fabrizio Cicchitto chiude a qualsiasi ipotesi di dialogo tra Ncd e Lega: «Impensabile una strada comune». Di diversa opinione un altro ex berlusconiano come Raffaele Fitto che fa sapere: «È positivo che abbia parlato di primarie nazionali». Salvini, da Bormio, prende nota. E aspetta di incontrare il Cavaliere. di Matteo Pandini

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