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Ncd, è arrivato il momento delle scelte

Lucia Esposito
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Costruire l' alternativa a Matteo Renzi - o ricostruire il fronte dei moderati, se si preferisce - partendo dalle prossime elezioni comunali. Da candidati "civici" come Alfio Marchini a Roma, Giuseppe Dipiazza a Trieste e Corrado Passera a Milano. Con la capitale che diventa il campo nel quale il premier si gioca tutto: se il Pd non va al ballottaggio per il Campidoglio, e se davvero «Arfio» alla fine la spunta pure contro il candidato a Cinque Stelle, il giorno dopo inizia un' altra storia. Anche a livello nazionale. È a questo disegno che sta lavorando la metà di Ncd che non si riconosce nel percorso tracciato da Angelino Alfano e che ha deciso di uscire dalla maggioranza di governo. Non a un nuovo partitino, dunque, da costruire con l' apporto di Flavio Tosi e Raffaele Fitto. I rapporti che i fuoriusciti dal Nuovo Centrodestra - Gaetano Quagliariello, Andrea Augello, Eugenia Roccella e gli altri che si preparano a seguirli - hanno con il sindaco di Verona e il leader pugliese sono ottimi, ma il progetto è un altro, e ha in sé una parola molto grillina: «movimento». Le carte non verranno scoperte subito, e il movimento serve anche a questo. Oltre ad ospitare la parte della squadra di Ncd che è in procinto di staccarsi da Alfano, potrà accogliere esponenti della classe dirigente di Forza Italia, del gruppo che sino a poco tempo fa ha fatto riferimento a Enrico Letta (e magari lo fa tutt' ora…) e di altre sigle dell' area moderata e centrista: non essere un partito renderà possibile, infatti, avere la doppia "tessera". Ma soprattutto questa nuova creatura dovrà attingere al mondo delle professioni, dell' impresa e dell' accademia. Facce nuove -  L' ambizione è infatti quella di fare qualcosa di diverso dallo stereotipo delle tante sigle centriste che si avvicendano da decenni con consensi elettorali prossimi allo "zero virgola". A guidarlo dovrebbe essere un comitato composto da una decina di giovani, «facce completamente nuove, mai viste in politica», racconta chi ci sta lavorando, e da dieci «personalità» scelte tra economisti, costituzionalisti ed esponenti dell' associazionismo cattolico e liberale. La lista è più o meno pronta, ma i nomi al momento sono tenuti coperti. Il primo compito della nuova creatura sarà schierarsi con i candidati sindaci che alle elezioni comunali di primavera si oppongono ai candidati del Pd e hanno un profilo indipendente dai partiti. È il caso innanzitutto di Marchini, i cui rapporti con Augello, Quagliariello e gli altri sono eccellenti. Ma i contatti sono stretti anche con Passera, che sembra davvero intenzionato a candidarsi a Milano, e pare scontato l' appoggio a Dipiazza, l' imprenditore che è già stato sindaco di Trieste per due mandati (dal 2001 al 2011) ed è intenzionato a provarci una terza volta. Cosa accadrà il giorno dopo le elezioni, dipenderà dal risultato che uscirà dalle urne. Decisivo sarà il voto nella capitale, il resto farà da nobile contorno. Se da Marchini e dagli altri sindaci "indipendenti" arriverà davvero una mazzata ai candidati del Pd, e se un ruolo importante nella loro vittoria sarà stato svolto dal movimento, da questo nascerà il nuovo partito antirenziano, avversario del Pd ma privo di quella connotazione "antisistema" che caratterizza i grillini e la Lega. Più che Silvio Berlusconi o Matteo Salvini, insomma, la nemesi di Renzi finirebbe per essere Marchini, sindaco di Roma e simbolo di un nuovo tipo di aggregazione dei moderati. Perfetto contrappasso per un premier che ha usato proprio l' esperienza da sindaco come trampolino per la leadership nazionale. Intanto, dentro al Nuovo Centrodestra, si sta giocando una partita su due livelli. L' attenzione di tutti è concentrata sul Parlamento, in particolare sul Senato, dal quale dipende la tenuta del governo, e da questo fronte presto potrebbero arrivare nuove sorprese. Ma la sfida vera si sta giocando sul territorio, dove è iniziata la conta delle truppe contrarie all' alleanza con il Pd, e i primi risultati sono ritenuti «molto buoni» da chi lavora al nuovo progetto. Effetto Cicchitto  Paradossalmente, un aiuto a chi vuole schierarsi all' opposizione di Renzi è giunto da Fabrizio Cicchitto, uno dei più filogovernativi della dirigenza alfaniana. Invocando lo scioglimento di Ncd, l' accordo con Denis Verdini e l' alleanza organica con il Pd al governo e in tutte le prossime competizioni elettorali, Cicchitto ha fatto un favore anche a quelli che la pensano all' opposto da lui. Da lati opposti, tutti infatti insistono su Alfano affinché esca dall' ambiguità e decida: non si può stare al governo con Renzi e, contemporaneamente, lavorare all' alternativa a Renzi. Il momento delle scelte dentro Ncd sembra insomma arrivato. Una parte del partito sta provando a costruire l' opposizione al premier prescindendo da Berlusconi e da Salvini e puntando sui sindaci di domani; l' altra parte, quella governativa che fa tuttora capo al ministro dell' Interno, pare destinata a convergere verso Verdini o addirittura a confluire nel Pd. Decisione, questa, che alla fine sarà imposta dalla legge elettorale: se l' Italicum cambierà e ci sarà spazio per le alleanze, bene; altrimenti l' assimilazione di ciò che resta di Ncd nel Partito della Nazione sarà non solo desiderata, ma anche inevitabile. FAUSTO CARIOTI

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