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L'intervista bomba. Adinolfi, sfogo con Telese: gay, assassini, drogati

Giovanni Ruggiero
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Mario, io ti conosco da quando avevi 18 anni. «E allora?». Eri un dc di sinistra, oggi sei diventato il nemico giurato dei gay. «Non sono cambiato di una virgola rispetto alla mia giovinezza». Direi anche io così. «Sul serio: sono lo stesso ragazzo che a sedici anni guidava Presenza cristiana alle elezioni distrettuali. Allora mi battevo contro Miguel Gotor e Giulio Napolitano nelle liste comuniste e contro Mollicone e la Meloni nelle liste missine». Perché lo ricordi? «Intanto per soddisfazione personale: ho battuto Gotor, oggi stimabile senatore democratico bersaniano, per una manciata di preferenze». E poi? «Non siamo cambiati molto: sinistra, destra e cattolici». Sei l' incubo della comunità Lgbt. «Sono loro che mi perseguitano». Adesso sorrido, scusa. «Ricevo 1800 messaggi di insulti e odio, ogni giorno, da quando ho scritto "Voglio la mamma"». Siete in guerra, sei l' ultimo che dovrebbe stupirsi. «Insultano anche mia moglie e mia figlia. Avessero detto due parole su qualsiasi donna di sinistra si sarebbe gridato alla misoginia». E invece? «Siccome è la famiglia di un cattolico va tutto bene». Conosci il letamaio della rete. Tu sei andato all' assalto persino di Kung fu Panda. Te la cerchi. «Battaglia sacrosanta». Dici che Kung fu Panda fa propaganda alle famiglie omosessuali!!! «Non ho visto il film, non ho dico questo». Non lo hai visto e lo attacchi? «Certo: critico il fatto che la Dreamworks usi le famiglie gay e i due papà per promozione». Questa non è paranoia? «No: semplice constatazione». Hai litigato con Volo, di cui eri amico. «Non è mio amico. Un semplice conoscente. L' amicizia è una cosa seria». Su internet ci sono le foto in cui scherzate, prima del Panda. «Mi ha insultato in maniera violenta e scriteriata. Ha chiuso il collegamento gridando, dopo tutto quel teatro di urla e sedie sbattute: "Fatti di eroina e vaffanculo!"». Non l' ho sentito. «L' ha detto. Non so se lo ha tagliato poi, per paura. Potrei fare una causa da due milioni di euro». La farai? «No, sono cristiano, ho perdonato Fabio. È solo uno dei tanti episodi che raccontano la condizione di discriminazione dei cattolici in Italia». La tua condizione di polemista non è la condizione dei cattolici. Che non sono affatto discriminati. «Vai a vedere intorno alle sentinelle in piedi c' è sempre gente che le insulta. Hanno sputato a donne di ottant' anni!». In Italia i cattolici sarebbero perseguitati? Mario, ma sei sicuro? «Certo. Se testimoniano i loro valori sono messi al bando». Addirittura. «Se sono antiabortisti vengono considerati matti e retrogradi». Sei un integralista cattolico, non un cattolico. «Se difendi la famiglia ti danno dell' omofobo». Ma perché, non sei omofobo? «Per nulla. Ti sfido a trovare una sola riga o una sola mia parola che possa essere definita omofoba». Anche io conosco Mario Adinolfi da quando era nei Giovani Democristiani e nei Giovani Popolari. Negli anni l' ho visto tentare molte avventure, fondare giornali e siti, creare liste lanciare candidature, sfidare addirittura Veltroni alle primarie, diventare deputato del Pd, esporre le sue simpatie renziane (qui racconta la loro amicizia), e anche quelle grilline. Lui sostiene che c' è un filo di coerenza adamantino in questo percorso, e lo spiega. La prima moglie di Mario - Elena - era una mia compagna di scuola, al Visconti, molto carina intelligente e simpatica. Poi Mario si è separato, e di questo ancora si parla in rete, dopo venti anni. Io e lui abbiamo iniziato a conoscerci e litigare nel 1990, e non abbiamo ancora finito. A me pare che Adinolfi abbia radicalizzato, nel tempo, le sue posizioni. Conosco bene il suo fiuto protagonistico per la polemica, la sua capacità di inseguire i punti deboli degli avversari, la sua passione per la battaglia senza rete. Adesso si presenta alle amministrative con il Popolo della Famiglia, in tutta Italia: lui è candidato sindaco a Roma. Mario, cominciamo dal tuo fisico imponente. Quanto ti arrabbi e se ti danno del ciccione? «Non me ne po' frega de meno». Non sei sincero. «Assolutamente sì: 170 chili, ma sono arrivato anche a 185». Hai fallito la dieta? «Non l' ho mai provata. Non mi interessa dimagrire». Sei grasso perché sei malato? «No, perché magno. La mattina posso prendere anche sette cornetti, a pranzo mezzo chilo di pasta». Non hai paura di morire? «Macché. È un esercizio straordinario. Come correre ogni giorno con i pesi sulle spalle». L' ingordigia non è un peccato? «Non ho mai negato di essere un peccatore». Con la tua lista stai provando a sfruttare l' eco del Family day? «I cattolici del circo Massimo erano un popolo considerato disperso e irrilevante. E invece si è ritrovato lì per dare battaglia politica. E l' ha vinta». Cosa intendi per vittoria? «Dalla Cirinnà grazie a noi sono scomparse le adozioni gay». È stata una vittoria della Cei. «La Cei ha benedetto l' evento, non l' ha organizzato». E Gandolfini da dove viene? «È uno che parla con la Cei. Ma non aveva macchine organizzative alle spalle». Ti candidi anche perché sei un narcisisista? «In vita mia ho corso solo in due elezioni nel 2001 e nel 2008. Con Democrazia diretta ho anticipato il grillismo. Con "Generazione U" ho anticipato la rottamazione». Sei sempre modesto, vedo. Però i grillini ti hanno schifato. «Perché ero un parlamentare del Pd. Io li ho raccontati da giornalista, prima di tutti». Anche Renzi, ti ha abbandonato. «Eravamo insieme spalla a spalla nel Family day del 2007. È lui che ha cambiato posizione». Sei sicuro? «Era alla mia destra! Ci sono video e dichiarazioni. Nel 2007 sotto Family day Matteo diceva che i Dico non sono la priorità ma la famiglia. Io lo dico ancora oggi, lui ha varato il matrimonio gay con un altro nome». Da quando lo conosci? «Da quando nei giovani del Ppi di Firenze, nel 1999, da presidente nazionale, l' aiutai a vincere un congresso difficile. È capace, durerà a lungo». Ma perché una lista cattolica se avete vinto? «Siamo stati traditi. Alfano e i cattodem hanno introdotto il matrimonio gay. Dopo tre giorni avevamo le sentenze dei giudizi per le adozioni e poi arriva la Boschi e dice che si fa la legge». È già insabbiata. «Lo sarà grazie alle battaglie del Popolo della Famiglia». Non siete discriminati, se siete così influenti. «Se passa il reato di istigazione all' odio omofobico io posso essere condannato a sei anni di carcere». Non hai detto che i gay sono contro natura? «Mai. Ho detto che i matrimoni e le adozioni gay sono contro natura. Sono contrario ai casi Vendola e Lo Giudice, per intenderci». E da sindaco? «Non celebrerei unioni civile». Hai detto che la lobby gay ha nascosto l' omosessualità di Foffo e Prato. «Ho detto che Repubblica ha omesso il fatto che il contesto del delitto fosse gay». Per te l' omicidio c' è stato perché Prato era un gay? «Senza dubbio il contesto omosessuale genera quell' omicidio». Ecco una opinione omofoba: è pieno di cocainomani eterosessuali, purtroppo. «Sì, ma quel mondo gay ha prodotto l' assassinio e lo stupro. Questo viene celato». Ti contesto che sia stato nascosto dai media. «Rifletti. Se due sentinelle avessero ucciso un gay, avrebbero detto che il contesto cattolico omofobo ha prodotto un omicidio. Siccome è gay silenzio». Ci sono integralismi e odio in ogni genere. «Da sindaco andrei a indagare e a chiudere i locali della movida gay dove si consumano stupefacenti e ci si prostituisce». Anche quelli etero, dunque? «Ovviamente, bisogna stare attenti a tutti: ma i luoghi del chemsex sono quelli gay». Non hai basi per dirlo. «I gay sono molti meno ma cercano molto più eccesso e vizio, ideologicamente. Un sindaco fa il genitore della città...». E quindi? «Andrei di persona a verificare e estirpare queste colonie del male!». Stai parlando come un predicatore americano e lo sai? «È un lavoro duro, per chi vuole bene alla città». Faresti la caccia al gay, dunque? «Io credo che sia utile a Roma un mondo Lgbt vivace ed elegante....». Però? «Non posso tollerare che chi espone la bandiera arcobaleno pretenda il diritto alla extraterritorialità: questo non lo accettiamo, con me sindaco finisce». Non sarai eletto, non temere. «Ferrara ha preso lo 0.3%, dal 2% al 4% per me è un trionfo. Saremmo determinanti». Predichi per la famiglia e sei divorziato. «Solo chi si è divorziato conosce questa sofferenza». Non ne dubito. Ma perché dare lezioni, allora? «Un terrorista che ha smesso di sparare non può parlare contro l' omicidio?». Ti paragoni tu ad un terrorista? «Vivo nel peccato. Potrei chiedere l' annullamento: non ho mai voluto». Perché? «Anche ricevere le ingiurie è un modo per espiare l' errore. Soffro per non fare la comunione. La considero una sofferenza necessaria». Potresti confessarti e farla. «Io interpreto il mio cattolicesimo seriamente. Anche Silvia non la fa, solo perché sta con me. Siamo dentro un cammino spirituale che non ammette imbrogli e scorciatoie». Ti sei sposato in tuta e scarpe da tennis a Las Vegas. «È stato un momento di gioia immensa, la nostra festa: noi due, per come siamo». Ovvio che ti attacchino. «Quando ci insultano per questo, ci ricordano un momento felice». Perché non sostieni la Meloni Storace o Bertolaso? «A Giorgia chiederei se è pronta a non celebrare le unioni gay». Hai dubbi? «E sulla prostituzione? Come la Giovanni XXIII bisogna andare a riscattare le donne una per una ed essere contro la legalizzazione. Lei la pensa come me o come il suo alleato Salvini?». Chiediglielo. «Sul corpo di una donna non si può mettere quindici mani al giorno e poi pretendere pure il pizzo dello Stato pappone come vuole la Lega». Anche Don Gallo era per la legalizzazione della prostituzione. «Don Gallo era molto distratto. Non lo stimavo». E Don Mazzi? «Salva le vite». Dell' attico di Bertone che pensi? «Vedi? Tornano le volgari campagne anti-cattoliche». L' attico ristrutturato con i soldi del Bambin Gesù non è brutto? «Sono superattici? Bene. Se servono per fare rappresentanza e raccogliere fondi sono contento». Non mi hai detto per cosa corri. «Devo andare al ballottaggio». Se non ci arrivi voti Meloni, Giachetti o Raggi? «Lo decide il nostro segretario, Gianfranco Amato». Come vivi? «Ho scritto un buon libro, del tutto autoprodotto, ha venduto 40mila copie. Solo con il tam tam». E campi solo con i diritti di "Voglio la mamma"? «Anche oggi vado a presentarlo in giro per l' Italia. È il mio manifesto. Ogni tanto vinco a poker. Non ho bisogno di molto». Luca Telese

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