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Berlusconi sceglie Marchini, Fini e Casini godono: "Sapore di Polo, 20 anni dopo"

Giulio Bucchi
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Vuoi vedere che alla fine la svolta moderata di Silvio Berlusconi farà godere più di tutti, ancora più di Alfio Marchini, quei due volponi di Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini? Il Giorno titola, maliziosamente, "Profumo di Polo, 20 anni dopo". Non a caso, proprio i due ormai storici avversari del Cavaliere hanno accolto con entusiasmo la scelta dell'ex premier di mollare Guido Bertolaso per convergere sul centrista Marchini. "Scelta epocale", l'ha definita il democristiano Pierferdy. E addirittura Gianfry si sbilancia dicendo che "Berlusconi e Bertolaso vanno ringraziati per aver reso possibile a Roma un'alternativa alla sinistra che non sia populista né demagogica". E non è un caso nemmeno che ad accogliere peggio la mossa di Berlusconi siano stati quelli più a destra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. E c'è già chi si sbilancia chiedendo a Silvio di fare il passo estremo: "Ricucire con Angelino Alfano, questi non sono tempi per far pesare i sentimenti", soprattutto quelli negativi. Chi l'ha chiesto? Casini, ovviamente. Affinità e divergenze - L'idea che si sta facendo strada al centro è quella di un nuovo grande progetto che partendo dalla componente cattolica e liberista possa ottenere il sostegno dell'ala destra (Salvini e Meloni proprio come Fini, nel 1994, e Francesco Storace è già pronto) e di quella più "demagogica" (nell'accezione positiva o negativa, a seconda dei punti di vista). La differenza sostanziale però è che rispetto a 20 anni fa il vero nemico da vincere non è la sinistra (allora il Pds, oggi il Pd con Giachetti), ma quel Movimento 5 Stelle che specialmente a Roma con l'aggressiva Virginia Raggi punta su quegli stessi argomenti (anti-politica, anti-sinistra, anti-partiti) su cui fanno leva con forza differente sia Marchini sia la Meloni. Diverso è poi il "brand Forza Italia". Nascente, in piena forma all'epoca, calante e scricchiolante oggi, se è vero che non bastava nemmeno il nome "Berlusconi" a far volare la candidatura di Bertolaso. Quel retroscena piccante - Tante differenze, dunque. Ma mai come oggi viene in mente quel retroscena di Francesco Verderami sul Corriere della Sera: una sera, a cena, Fini e Casini tra il serio e il faceto esprimono il loro progetto politico. "Ascolta Gianfranco, pigliamo il vecchietto, mettiamolo in mezzo, chiamiamo anche Bossi e facciamo un grande appello al Paese. Almeno così ci salviamo il c...". Per ora l'appello lo fanno ai romani, poi si vedrà.

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