Paola Natali: le folli proposte di legge dei nostri parlamentari
Scivoloni rivelatori
Voce dal sen fuggita: quella di Gianclaudio Bressa, esponente del Pd e sottosegretario agli Affari Regionali. Venerdì, durante un seminario a Venezia, gli è scappato detto quelli che tutti sospettano ma che nessuno del giro renziano ha mai ammesso: il governo ha già messo in conto di andare al voto nel 2017, e non alla scadenza naturale della legislatura, cioè nel 2018 (come invece affermato ieri in pubblico dalla prudente Maria Elena Boschi).
«I senatori che arrivano dalle Regioni in prima battuta», ha detto Bressa, «verranno scelti attraverso una norma transitoria che dice che siano i Consigli regionali a farlo, poi il prossimo Parlamento farà la legge elettorale». Ipotesi difficilmente spiegabile, quella del rinvio al prossimo Parlamento, se la legislatura dovesse terminare nel 2018. È vero che tecnicamente la stesura della nuova legge elettorale per il Senato riscritto dalla riforma Boschi (sulla quale pende ancora l’esito del referendum) è una cosa complessa, perché il sistema di scelta dei senatori dovrà essere compatibile con i diversi sistemi elettorali in vigore nelle Regioni. In quasi due anni, però, ci sarebbe tutto il tempo per scrivere la norma. L’ipotesi diventa invece spiegabilissima nel caso in cui si decida di votare nel 2017: in quel caso l’attuale Parlamento non avrebbe il tempo di varare la legge definitiva.
i più letti
Condividi le tue opinioni su Libero Quotidiano
Commenti all'articolo
ohmohm
15 Maggio 2016 - 21:09
C'avete rotto le palle ......tutti quanti, soprattutto il PD!
Report
Rispondi