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Napolitano: Campagne moralizzatrici fanatiche distruggono la politica

Giorgio Napolitano

Andrea Tempestini
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  Poche parole, durissime, e con un destinatario non citato ma ben preciso, Beppe Grillo. A pronunciarle è Giorgio Napolitano: "Certe campagne, che si vorrebbero moralizzatrici, in realtà si rivelano nel loro fanatismo negatrici e distruttive della politica". Così il Capo dello Stato nel discorso al Senato in cui ricorda "la moralità di uomo politico" dell'esponente del Pci, Gerardo Chiaromonte. Il presidente della Repubblica sottolinea poi "il valore della visione della politica come responsabilità, cui non ci si può sottrarre", e chiama in causa il 1976, quando si aprì la fase del cosiddetto compromesso storico: "Ci volle coraggio in quella scelta inedita di larga intesa". E a Bersani... - "Al di là di ogni discorso ristretto all'area delle forze di sinistra - ha detto Napolitano - il senso di una funzione e responsabilità nazionale democratico guidò Chiaromonte nella grande crisi e svolta del 1976, impegnandolo in prima linea al fianco di Enrico Berlinguer nella scelta e nella gestione di una collaborazione di governo con la Democrazia cristiana dopo decenni di netta opposizione". Un messaggio, questo, che tira in ballo il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che continua a chiudere alle larghe intese con il Pdl e resta contrario ad ogni ipotesi di governissimo. "E ci volle coraggio - riprende Napolitano - per quella scelta di inedita larga intesa e solidarietà, imposta da minacce e prove che per l'Italia si chiamavano inflazione e situazione finanziaria fuori controllo e aggressione terroristica allo Stato democratico come degenerazione ultima dell'estremismo demagico". Compromesso storico - Quindi, come detto, arriva la stoccata a Grillo. Il Capo dello Stato ha sottolineato il valore positivo della "visione della politica come responsabilità cui non ci si può sottrarre". Riferendosi indirettamente al grande capo pentastellato ha aggiunto: "Certe campagne, che si vorrebbero moralizzatrici, in realtà si rivelano nel loro fanatismo negatrici e distruttive della politica". E ancora, su Chiaromonte, Napolitano ha aggiunto che la fine dell'esperienza del compromesso storico fu l'inco atto che lo divise dalla sua visione: "L'unico momento in cui non ci trovammo in piena sintonia fu quello della concitata chiusura, da parte del Pci, dell'esperienza della solidarietà nazionale. Decisione che - ha concluso il presidente della Repubblica - fu foriera di un arroccamento fuorviante".

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