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Monti: "La crisi è colpa anche di imprese e sindacati"

Mario Monti

Andrea Tempestini
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  Senza alcun tipo di vergogna, Mario Monti. Per la sua ultima indigeribile sparata sceglie come teatro lo studio di Che Tempo Che Fa, il programma di Fabio Fazio. La dichiarazione del premier è arrivata nel corso delle registrazioni. Si parlava delle responsabilità della politica nella crisi. Il Professore risponde: "Se l'Italia non cresce ciò è dovuto a lacune della politica, ma moltissimo anche a sindacati e imprese". Quindi Monti aggiunge: "Sindacati e imprese devono cambiare, non possono chiamarsi fuori". Insomma, per Monti la responsabilità della crisi che sta divorando il suo paese è anche delle imprese, le stesse imprese che stanno soffocando per le tasse imposte dal governo dei Professori, le stesse imprese che hanno atteso invano la ripresa e che dopo la "cura" Monti si trovano ad operare in un'Italia asfittica. "Non lascio la politica" - Monti parla poi del suo impegno politico, e nega le indiscrezioni degli ultimi giorni su un suo prossimo abbandono: il suo impegno, assicura, continuerà. Il premier scaccia le voci che parlavano della sua decisione di prendere le distanze da Scelta Civica, il partito che ha fondato. "Abbandonare Scelta Civica? Assolutamente no. Continuerò a modo mio a interessarmi alla vita pubblica italiana". Secondo Monti, in questo momento, ci sarebbe soltanto Scelta Civica che si occupa di "politiche di accompagnamento e sostegno iniziative per le riforme, per l'Europa e contro il bipolarismo conflittuale". Monti spiega poi che restare con Scelta Civica non comporta proporsi come l'esponente che formalmente la guiderà: "Non ho voglia né bisogno di essere segretario o presidente di una forza politica". Monti, insomma, resta in campo. Ma preferirebbe restare dietro le quinte.  

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