Casellati, baci e abbracci alle forziste. Poi arriva Berlusconi: cala il gelo
Di Camillo Langone
Pietro Grasso
di Camillo Langone
Al presidente del Senato Pietro Grasso.
Illustre presidente, le scrivo e contemporaneamente mi confesso: faccio parte di quella categoria di cittadini «meno uguali degli altri», come lei ha definito gli omofobi in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia. Più che l’omosessualità a me fa paura l’omosessualismo, l’ideologia che considera l’omosessualità cosa buona e giusta, anzi migliore, da promuovere e sostenere con ogni mezzo, culturale, politico, economico, sottraendo risorse ai padri e alle madri colpevoli di aver messo al mondo dei figli. Ma non le scrivo per litigare: lei mi definisce un minorato e stavolta sto al suo gioco, per quanto sporco sia. (...)
Su Libero di sabato 18 maggio la lettera-confessione di Camillo Langone indirizzata a Pietro Grasso, presidente del Senato, seconda Carica dello Stato: "Caro presidente, lo ammetto, faccio il mio outing, sono omofobo". Langone si rivolge a Grasso, che poiché "omofobo" lo definisce "meno uguale degli altri". Ma Langone rifiuta lo stalinismo del "più uguale degli altri".
Leggo la lettera di Camillo Langone a Pietro Grasso su Libero di sabato 18 maggio
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Commenti all'articolo
albertoagazzani
13 Aprile 2015 - 08:08
Nei primissimi anni '80 (e per un buon decennio) Reggio Emilia era una capitale della vita notturna. Tra le mille discoteche di ogni sorta e le mille serate che animavano le notti reggiane ve n'era una avantissima, che si svolgeva, se non ricordo male, il martedì sera, in una discoteca storica di via Berta chiamata "Number One" (credo esista ancora). La serata si chiamava "Mexx" ed era, come si di
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franchidieci
18 Maggio 2013 - 19:07
Si, sono omofobo anch'io, e non me ne vergogno.
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Chry
18 Maggio 2013 - 18:06
ma quali risorse sottratte?, più che omofobo mi sembra proprio tu sia un deficiente, parti dal fatto che i diritti siano operazioni di sottrazione invece sono semplicemente somme, mi sembra tu sia deficiente quanto i giornalisti di Libero, pronti a vessare qualunque riforma sui diritti con la palla del "c'è da pensare all'economia"... le colpe sono note da anni, è solo un'alibi tirarlo fuori quando si parla di omofobia e razzismo, sono anni che parlano invece di agire, vero Silvio?!
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