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Pdl, dopo il "no" al legittimo impedimento tutti i ministri da Berlusconi

Alfano e Lupi

Andrea Tempestini
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Puntuale, atteso, aspettato, è piovuto il "no" al legittimo impedimento. La Corte Costituzionale, nel caso Mediaset, si schiera contro Silvio Berlusconi. Il Cavaliere spiega che "mi vogliono far fuori", ma aggiunge che la decisione della Corte non mette a rischio il governo Letta. La tensione, però, nel Pdl è altessima. In prima fila in difesa del leader la squadra di ministri dell'esecutivo delle larghe intese.  "Incredibile" - In una nota conginunta, Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo e Beatrice Lorenzin, commentano: "E' una decisione incredibile. Siamo allibiti, amareggiati e profondamente preoccupati. La decisione - aggiungono - travolge ogni principio di leale collaborazione e sancisce la subalternità della politica all'ordine giudiziario". Quindi la squadra dei titolari dei dicasteri aggiunge: "Ci rechiamo immediatamente dal presidente Silvio Berlusconi". Una sorta di conclave tra il leader e gli esponenti di spicco del governo Letta. Certo, come dice Silvio l'esecutivo non è a rischio. Ma la riunione tra Berlusconi e tutti i suoi ministri dimostra che le carte in tavola potrebbero cambiare. I deputati - Uniti anche tutti i deputati azzurri, che al termine della seduta della Camera, hanno fatto sapere in un comunicato, "si sono riuniti e hanno telefonato al presidente Berlusconi per esprimere la loro profonda indignazione e preoccupazione per la vergognosa decisione della Consulta che mina gravemente la leale collaborazione tra gli organi dello Stato e il corretto svolgimento dell'esercizio democratico". Al Cavaliere, si legge, "i deputati hanno confermato che non sarà certo una sentenza giudiziaria a decretare la sua espulsione dalla vita politica ed istituzionale del nostro Paese, e gli hanno manifestato tutta la loro vicinanza e il loro affetto".

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