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Mediaset, la Cassazione udienza il 30 luglio

Berlusconi nel mirino: visto da Benny

Lucia Esposito
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Sui diritti tv la Corte di Cassazione deciderà il 30  luglio. In questo modo viene scongiurato il rischio della prescrizione del reato di frode fiscale. Nessuna possibilità quindi per Silvio Berlusconi di contare sulla prescrizione di uno dei due reati di frode che gli vengono contestati dai giudici e per cui è stato condannato sia in primo grado che in appello a quattro anni di reclusione e a cinque anni di interdizione dei pubblici uffici. In un articolo pubblicato oggi, martedì 9 luglio, sul Corriere della Sera il giornalista Luigi Ferrarella, dopo un complicato calcolo, arriva alla conclusione che appunto la frode fiscale più "pesante" quella del 2002 pari a 4,9 milioni di euro sarebbe caduta in prescrizione a metà settembre e il rischio delle interdizione dai pubblici uffici si allonava di almeno un anno A tempi record -  Di conseguenza, la Cassazione, anche in caso di verdetto negativo, avrebbe dovuto rinviare il fascicolo ai giudici di appello che avrebbero poi  dovuto ricalcolare la pena. Gli ermellini, infatti, non possono quantificare la pena. E, se così fosse stato, la prospettiva dell'interdizione per il Cavaliere con la successiva ineleggibilità sarebbe stata rinviata. C'era una sola possibilità perché il reato non cadesse in prescrizione: che la Cassazione esaminasse il fascicolo Mediaset prima della prescrizione che maturava appunto intorno a metà settembre. Una possibilità normalmente remota in quanto, scrive Ferrarella, "sta per iniziare per legge la sospensione estiva dell'ordinaria attività giudiziaria e dunque la Cassazione dovrebbe affidare il processo alla sezione feriale di turno e calendarizzarlo tra agosto e metà settembre". Ma si sa quando c'è di mezzo il Cavaliere la giustizia va a gran velocità e così gli ermellini hanno fatto sapere che decideranno il 30 luglio.    Le reazioni  - La decisione di Piazza Cavour di fissare l'udienza per il   processo Mediaset così velocemente lascia “esterrefatto” il   professor Franco Coppi, nel pool difensivo dell'ex premier. “Non si   è mai vista una cosa di questo genere  -afferma il penalista-  Si   tratta di una fissazione di udienza tra capo e collo penalizzante”.   L'ultimo atto del processo Mediaset in Cassazione era atteso per la   fine dell'anno. L'udienza è stata anticipata notevolmente e assegnata  alla sezione della Cassazione che lavora anche in estate, appunto   quella feriale che quest'anno è la prima penale. Quanto alla paventata prescrizione di una parte del reato   contestato all'ex premier, Coppi fa notare che “in Cassazione di casi  di prescrizione intermedia ve ne sono abitualmente. E in questi casi   - spiega ancora - sono i giudici a rideterminare la pena senza dover   rinviare l'udienza”. Ad ogni modo, spiega ancora Coppi, “ci   batteremo per chiedere un annullamento con rinvio” della sentenza   della Corte d'Appello di Milano emessa lo scorso 8 maggio anche se,   come ribadisce, “pensavamo di avere più tempo a disposizione”. Esterrefatto anche Luca D'Alesandro, segretario della Commisisone Giustizia alla Camera: "Non si era mai visto un ricorso fissato con tanta fretta - sottolinea d'Alessandro - con tempi così stretti (appena 21 giorni dopo il deposito) e con una tale compressione del diritto di difesa. Evidentemente, Berlusconi è riuscito a fare il miracolo di rendere la giustizia rapida ed efficiente, ma a questo punto - temiamo - non giusta. Resta il fatto che pur di spazzare via dalla scena politica il leader del centrodestra, l'uomo più votato dagli italiani negli ultimi 20 anni, si travolgono le regole e ci si appresta a calpestare anche la speranza che esista un giudice a Berlino", conclude il pidiellino. "Aberrante. Solo in questo modo può essere definito il ticket mediatico-giudiziario che ha portato la Procura di Milano ad esercitare pressioni a mezzo stampa presso la Cassazione, e che oggi ha spinto quest'ultima a fissare a tempo di record la data dell'udienza sul processo Mediaset, affidato alla sezione feriale della stessa Suprema Corte, che ne discuterà il prossimo 30 luglio. ha concluso D'Alessandro. 

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