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Berlusconi, il disastro da Strasburgo: il parere degli esperti sulla decadenza lo gela

Giulio Bucchi
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I diritti umani di Silvio Berlusconi non sono stati violati da Legge Severino e decadenza da senatore. Tradotto: una mezza mazzata tra capo e collo per il Cavaliere, visto che a sostenerlo sono stati gli esperti costituzionalisti della Commissione di Venezia, organismo del Consiglio d'Europa, consultati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo a cui l'ex premier si è appellato per ottenere una piena riabilitazione politica. Nelle 10 pagine di relazione, scrive Il Tempo, gli esperti sottolineano come mettere fine a un mandato parlamentare non sia un atto contrario alla volontà del popolo, perché i votanti di una circoscrizione sarebbero solo una parte dell'intero corpo elettorale che elegge il Parlamento. La questione è delicata e si gioca, ancora una volta, su cavilli e interpretazioni di fino della legge. Di fatto, gli esperti hanno garantito come la composizione pluralistica della commissione parlamentare che ha decretato la decadenza di Berlusconi annulli il pericolo "che il potere discrezionale del Parlamento si trasformi in abuso politico". Una prova di come la decisione dei parlamentari sia stata libera e in linea con la legalità dello Stato di Diritto, sottolineano ancora i costituzionalisti in modo beffardo (per il Cav) arriva dalla decisione presa su Augusto Minzolini, senatore dimissionario di Forza Italia e tra i grandi difensori di Berlusconi. Nel luglio 2016 la Giunta per l'immunità di Palazzo Madama si era espressa a favore della sua decadenza mentre lo scorso marzo l'aula del Senato lo ha "salvato". L'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, contava molto proprio su quel precedente: "Si tratta di fatti identici trattati in maniera diversa. Porteremo questa decisione alla Corte di Strasburgo". Tutto questo rischia di trasformarsi ora in un boomerang per il leader di Forza Italia.

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