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Monica Cirinnà raddoppia: "Superare le unioni civili con i matrimoni gay"

Benedetta Vitetta
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Dopo il via libera alle unioni civili, ora i matrimoni gay. "La legge Cirinnà non va migliorata, vorrei fosse proprio superata". A parlare è proprio Monica Cirinnà, senatrice Pd che ha firmato la legge sulle unioni civili approvata l'11 maggio 2016 dopo un lungo e travagliato iter parlamentare. "L'Italia sarà un paese civile" spiega, "quando avremo il matrimonio egualitario, l'adozione e la responsabilità genitoriale sin dalla nascita dei figli per tutti i tipi di coppie, etero e omosessuali".  Quello che ha portato all'approvazione della legge sulle unioni civili, racconta la senatrice al Fatto Quotidiano, è stato un percorso scandito dalla difficile alleanza di governo tra il Pd e il partito di Angelino Alfano (oggi Ap) e dal rapporto mai nato col Movimento 5 Stelle, responsabile di "un doloroso tradimento". "Gli emendamenti di Ap sono stati davvero tanti e, pur essendo in maggioranza con noi, hanno cercato in tutti i modi di bloccare la legge" spiega. "Il futuro della nostra alleanza dipenderà molto dalla legge elettorale. Vedremo come andrà. Ma è sicuramente un'alleanza scomoda per chi come me si occupa di diritti umani. Su questo tema e su altri, come la procreazione assistita, gli alfaniani e gli altri cavalieri 'medievali' hanno una visione oscurantista. Diciamo che questa alleanza è un letto con molti spilli in cui si è costretti a dormire". C'è, infine, spazio anche per lo ius soli: "Io non ho perso la speranza sullo ius soli" conclude Cirinnà."Questo è un tema su cui il Pd deve avere il coraggio di portare il testo in aula e se necessario ricorrere alla fiducia come è stato fatto per le unioni civili".

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