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Casa Montecarlo, Lavitola: "Portai i soldi ai Caraibi per aiutare Berlusconi e incastrare Fini"

Benedetta Vitetta
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Ora che Silvio Berlusconi, dopo la vittoria alle elezioni siciliane, è ritornato in auge e mentre Gianfranco Fini rischia il processo per riciclaggio, torna a parlare anche Valter Lavitola, l'ex direttore dell'Avanti condannato a un anno di carcere per tentata estorsione ai danni del Cav. L'ex faccendiere si è autoaccusato al settimanale Espresso di aver pagato, con soldi che gli avrebbe dato Berlusconi, alcuni funzionari pubblici di un'isola caraibica per produrre documenti falsi per inchiodare l'ex leader di An. Una vicenda subito smentita dalla segreteria del Cav. "I documenti della casa di Montecarlo, quella comprata dal cognato di Gianfranco Fini, il signor Giancarlo Tulliani, me li sono procurati io" dice a Repubblica, "li ho ottenuti direttamente da funzionari governativi dell'isola di Santa Lucia. Ovviamente hanno voluto soldi per darmeli. Molti soldi. Tutta l'operazione è stata finanziata da Silvio Berlusconi. È lui che mi ha consegnato a Palazzo Grazioli circa 500mila euro in contanti, che io ho fatto portare ai Caraibi con un aereo partito da Ciampino. Era l'estate del 2010. Tornassi indietro non rifarei quello che ho fatto" confessa Lavitola. "L'idea mi è venuta nell'estate del 2010 - ha aggiunto - quando i quotidiani berlusconiani indicano come le società che avevano acquistato la casa di Montecarlo avevano sede ai Caraibi, nella piccola isola di Santa Lucia, appunto". Negli staterelli del Golfo Del Messico Lavitola faceva affari da tempo e aveva ottime conoscenze ed entrature: "In primis l'allora presidente di Panama, Ricardo Martinelli, cui chiesi aiuto: mi disse che mi avrebbe aiutato con le autorità di Santa Lucia a far uscire le carte". Avuto il placet per l'operazione dall'allora premier italiano, il faccendiere ritorna a Panama. "Ricardo si mise a mia disposizione, mi procurò un aereo privato con cui andai, per la prima volta, da Panama a Santa Lucia" precisa al quotidiano, "non partii da solo, ma con un uomo dei servizi inglesi, che mi aiutò durante tutta l'operazione. Fu lui a portarmi da un funzionario del governo dell'isola, dicendomi che ci avrebbe potuto dare una mano. Meglio: per 100mila dollari ci avrebbe consegnato la copia di una email che avrebbe provato quello che tutti, in Italia, si stavano chiedendo. Ossia se la casa di Montecarlo fosse stata effettivamente comprata dal cognato di Fini, Giancarlo Tulliani. La mail era stata mandata ad agosto 2010 dal broker James Walfenzao, un collaboratore dei Corallo, ai due fiduciari dei fondi segreti Printemps e Timara proprietari dell'appartamento. Nell'informativa Walfenzao parlava di un coinvolgimento diretto di Tulliani".  La mail fu pubblicata sull'Avanti nell'ottobre 2010. "Dissi a Berlusconi che eravamo a cavallo, ma lui mi spiegò che con quel solo documento non inchiodavamo nessuno. Che ci voleva qualcosa di più: le carte originali delle società proprietarie della casa di Montecarlo. Comprare anche quelle si rivelò però impossibile" ammette Lavitola, "se il concessionario che gestiva le società offshore, avesse girato documenti riservati, avrebbe creato a sé stesso un danno d'immagine colossale". Ma ecco la svolta decisiva: "Il mio amico inglese trovò una soluzione: far scrivere un'informativa confidenziale destinata al presidente dell'isola e firmata da un ministro che facesse definitiva chiarezza sul legame tra Tulliani e le società che avevano rilevato da An la casa di Montecarlo. I funzionari governativi ci chiesero 800mila dollari". A quel punto, spiega il giornalista, l'intervento del Cav fu provvidenziale. "Spiegai al premier quello che mi avevano chiesto e lui mi diede, a Palazzo Grazioli, circa 500 mila euro in contanti per pagarli". Insomma, si potrebbe prefigurare il reato di corruzione internazionale. "Ritengo che io e Berlusconi non abbiamo commesso alcun crimine: abbiamo solo pagato una notizia come fanno molti giornalisti. Ammetto che la somma è ragguardevole. In ogni caso, sarebbe tutto prescritto. Comunque, non portai io i soldi avuti da Berlusconi a Santa Lucia. Ci pensò ancora una volta l'agente inglese, che aveva un passaporto diplomatico e che, mi confermò lui stesso, si sarebbe spartito i soldi coi governanti caraibici".  Secca la smentita arrivata dalla segreteria di Berlusconi alle dichiarazioni rilasciate da Lavitola: "Le dichiarazioni rilasciate dal dott. Lavitola nell'intervista apparsa sul quotidiano La Repubblica sono destituite di ogni fondamento. Mai il presidente Berlusconi ha consegnato somme di denaro per agevolare il reperimento di documentazione riguardante la nota vicenda dell'abitazione di Montecarlo. Il dott. Lavitola si è sempre, nelle sedi giudiziarie e anche pubblicamente, attribuito l'esclusivo merito della indagine giornalistica confermando la totale estraneità del presidente Berlusconi. Saranno ovviamente esperite tutte le azioni legali del caso".

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