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Direzione Pd, Matteo Renzi apre a sinistra: "Coalizione ampia, senza veti e paletti"

Giulio Bucchi
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La "coalizione più ampia possibile", "senza veti o paletti", per provare a evitare la disfatta alle prossime elezioni. Matteo Renzi annuncia la svolta a sinistra alla direzione del Pd, la prima dopo il disastro delle elezioni regionali in Sicilia che ha, di fatto, messo ufficialmente in dubbio il suo ruolo di candidato premier e, sotto sotto, anche di segretario del partito.  "Siamo alle porte della campagna elettorale e lo sforzo unitario che si chiede all'esterno va praticato all'interno in primis da chi dirige", spiega Renzi, con inconsueta umiltà imposta dai fallimenti a catena della sua gestione negli ultimi 3 anni. La parola d'ordine è dialogo con tutti quelli che possono tenere a galla il Pd: "Dobbiamo parlare al Paese ma senza abiure", spiega lui difendendo il proprio operato. L'arma più appuntita è quella delle alternative: "La sfida del futuro è una pagina bianca. O la scrive il Pd o il centrodestra". "Il nostro obiettivo è essere il gruppo più numeroso in Parlamento, con la coalizione che faremo siamo già oggi avanti agli altri", assicura sondaggi riservati alla mano. E la coalizione aperta potrebbe partire da Angelino Alfano ("Non devono essere risucchiati da Berlusconi", ha detto Renzi a proposito dei centristi) fino all'ultrasinistra (Pisapia più abbordabile di Bersani & co), a cui il segretario Pd torna a fare l'occhiolino con la promessa di approvare lo Ius Soli, ma "senza creare difficoltà alla chiusura ordinata della legislatura".

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