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Capito la Serracchiani? Non si ricandida in Friuli, altro che addio alla politica: poltrona in vista

Giulio Bucchi
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L'addio di Debora tra lacrime, nuove sfide e veleni. Debora Serracchiani, governatrice del Friuli Venezia Giulia, intervenuta all'assemblea regionale del Pd ha ufficializzato quello che già da tempo s' ipotizzava, cioè la volontà di non ricandidarsi per un secondo mandato alle prossime regionali. Ma l'addio è solo un arrivederci: «Metto a disposizione le mie competenze per le prossime politiche». Solo un minuto dopo la commozione della presidente fra gli applausi della platea, a farla da padrone sono due questioni calde. Chi raccoglierà il testimone della Serracchiani? È un addio col sapore di fuga, come vogliono le voci polemiche dell'opposizione? Un segno di debolezza personale e del renzismo friulano? Di sicuro, il successore lo sceglieranno le primarie. È proprio lei a ribadirlo nel suo discorso di commiato e durante la direzione Sergio Bolzonello, vice presidente del Fvg, ha messo a disposizione la sua candidatura. Salvo imprevisti, sarà lui il prossimo candidato del centrosinistra a contendere la presidenza del Friuli. Ma il passo indietro della Serracchiani in regione è apparso a molti come una fuga verso Roma, una chiusura in difesa simbolo del timore di mettere al vaglio dei cittadini l'operato del governo locale. Accuse rette dalla disfatta del Pd 6 mesi fa a Trieste. Città natale di Ettore Rosato. La replica della governatrice non è tardata ad arrivare: «Ho la coscienza a posto. Ho ricevuto diverse attestazioni di buon lavoro. Ho vacillato, ma anche l'opposizione è consapevole del grande lavoro svolto, altrimenti non avrebbero avuto nulla da opporre». Saranno i cittadini alle prossime politiche 2018 ad emettere verdetto.  di Mariano Paolozzi

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