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Pd, il sondaggio-disastro: effetto Fassino su Renzi, abisso senza fondo

vittorio feltri
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Se vi sia effettivamente un nesso casuale fra il crollo nei sondaggi del Pd (che oscilla fra il 24 e il 25%) e il ritorno sulla scena di Romano Prodi, richiamato in servizio dalla frenetica attività del mediatore Piero Fassino, messo in campo dal segretario dem, Matteo Renzi, è presto per dirlo. Però i numeri messi in fila dai sondaggisti avallano la tesi del grande allarme nelle stanze del Nazareno. Dove l' attenzione per gli umori, e relativi malumori, degli elettori è sempre elevata. La radiografia che maggiormente preoccupa lo stato maggiore del partito di maggioranza relativa è quella scattata dal sito YouTrend, secondo il quale la formazione guidata da Renzi si colloca al 24,9%, perdendo due punti e mezzo in un solo mese. In testa resta il Movimento 5 Stelle, anche se i suoi consensi fanno registrare una leggera flessione, passando dal 27,6 al 27,3%. Evidentemente le grandi manovre a sinistra del centrosinistra, dove il dialogo con il Pd sembra essere un' opzione remota, non convincono gli elettori. E il lavoro di mediazione «praticato» da Fassino, teso a recuperare Prodi, non appare come la soluzione al male della coalizione che non c' è, ma un palliativo elettorale. Insomma, la fuga dal Pd sembra inarrestabile, tanto che anche altri sondaggi confermano il crollo di consensi dei dem. Del resto se si analizza il trend del Pd, da gennaio ad oggi, quello del 24,9% il punto più basso mai toccato dal Nazareno. Qualcosa di simile era avvenuta il 24 marzo quando la percentuale si era fermata al 25,6%. Per contrasto la linea di tendenza del Movimento 5 Stelle è sempre stata sostanzialmente stabile, quasi a voler dimostrare che il vero elettorato mobile è quello del centrosinistra. Mobile con tendenza alla fuga. Ma le novità non riguardano solo l' area di governo, anche nel centrodestra le oscillazioni meritano particolare attenzione. Forza Italia continua a far registrare un forte aumento rispetto al mese precedente, passando dal 13,4 al 14,8%. Una performance che porta il movimento azzurro al terzo posto, sorpassando la Lega che si ferma al 14,4% che perde mezzo punto percentuale. Calo quasi del tutto compensato dalla crescita dello 0,4% di Fratelli d' Italia che si porta al 4,8%. Chiudono la graduatoria Mdp con il 3,1%, Sinistra Italiana al 2,2% e Alternativa Popolare ferma all' 1,9%. A livello di coalizioni il centrodestra si presenta nettamente in testa con il 35,7% dei consensi, distanziando di quasi 6 punti quella composta, ipoteticamente, da Pd e alleati vari (che andrebbe da Alfano a Pisapia) ferma al 29,5%. Un quadro, quello appena tratteggiato, che penalizza il Movimento 5 stelle. Se il centrodestra dovesse crescere di altri tre-quattro punti potrebbe vincere «a valanga» le prossime elezioni. di Enrico Paoli twitter@enricopaoli1

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