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Il voto che smaschera il prossimo governo. La pugnalata a Renzi: il patto per farlo fuori

Giovanni Ruggiero
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Sulla carta è un voto molto locale: Ostia è “solo” un municipio di Roma, piccolo comune sul mare. E invece le elezioni che si terranno domani, il ballottaggio tra la candidata del centrodestra e quella del M5S, saranno anche un test nazionale. Non solo servirà per verificare il consenso dei partiti a soli quattro mesi dalle elezioni politiche su un campione non proprio ridotto: interessa 231 mila abitanti. Non solo sarà un test per la sindaca grillina di Roma, Virginia Raggi. Il voto di domani servirà anche a sondare le possibili alleanze future. Il dato politico più interessante, infatti, è la scelta di Mdp (i bersaniani) di dare indicazioni di voto per la candidata grillina Giuliana Di Pillo, che al primo turno aveva preso 30.21% dei consensi contro il 26.88% dell'avversaria, Monica Picco, di Fratelli D'Italia.   Una scelta, è stato argomentato dalla sinistra bersanian-dalemiana, fatta per “fermare” la destra. Un voto di Resistenza. Ma intanto è la prima volta che una forza parlamentare dichiara apertamente il proprio sostegno a un candidato grillino,  all'esponente di una forza esplicitamente contraria a ogni alleanza. Un partito del “sistema” appoggia una forza considerata anti-sistema. Nelle elezioni amministrative degli ultimi anni erano già accaduti travasi da uno schieramento all'altro in occasione del ballottaggio. Ma mai dichiarati apertamente. E, altra differenza, erano sempre accaduti nell'altro del campo: era accaduto che elettori di centrodestra votassero il candidato grillino, se questi si trovava a sfidare il cavallo del Pd. O viceversa: voti grillini si erano indirizzati sul candidato del centrodestra, se questi era passato al secondo turno e poteva fermare quello del Pd. Ora non solo ci sarà un travaso. Ma è dichiarato. Segno che non è solo un atto contingente, la scelta del male minore, ma è un passo politico. Per andare dove? La prospettiva è il prossimo Parlamento. Dopo le elezioni politiche sarà complicatissimo, con questa legge elettorale, mettere insieme una maggioranza. Mdp, con il voto di domani, si “offre” al M5S che dai sondaggi risulta essere il primo partito. E' il primo passo per una disponibilità a sostenere un eventuale governo a Cinque Stelle. Che poi è da sempre il sogno di Pier Luigi Bersani, che già ci aveva provato nel 2013, dopo il disastroso risultato elettorale del Pd. Le avances degli scissionisti, del resto, sono ricambiate. Seppure prudentemente, ma anche il M5S guarda con attenzione da quella parte. Sui temi, le convergenze già ci sono: articolo 18, pensioni, reddito di cittadinanza, jobs act. Tante volte in Parlamento i voti dei bersaniani si sono sommati a quelli dei grillini. E viceversa. Domani, a Ostia, si mescoleranno i voti. I giochi, secondo i sondaggi, sono aperti. Tra l'altro il voto di domani avverrà in un clima incandescente. Prima la testata di Roberto Spada, componente dell'omonimo clan, al giornalista Daniele Piervincenzi di Nemo, che gli chiedeva del successo di Casa Pound (9%). Poi l'attentato incendiario alla sede del Pd di Ostia Antica. Ieri il ministro degli Interni, Marco Minniti, in un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza convocato ad hoc, ha spiegato che domani per garantire la piena legalità del voto saranno in campo nei 183 seggi agenti in borghese, Digos ed Esercito. Insomma, un voto complicato. Ma i risultati saranno interessanti. E non solo per Ostia.  di Elisa Calessi

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