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Matteo Renzi affida a Pier Ferdinando Casini la creazione di una lista dei partiti di centro: mossa decisiva al voto?

Giovanni Ruggiero
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Matteo Renzi sa benissimo che in Italia nessuno ha mai vinto le elezioni Politiche senza i voti dei partiti di centro. Oltre a intercettare i voti dei moderati da solo, il segretario Pd si è servito finora dell'alleato Angelino Alfano per raggiungere lo scopo. Almeno finché il partito alfaniano si è dovuto misurare con le elezioni siciliane, dove la sconfitta è stata netta, proprio laddove il ministro degli Esteri dovrebbe poter disporre del suo bacino elettorale più imponente. Nel partito alfaniano, così, si sta allargando a macchia d'olio la fronda di chi vorrebbe tornare da Silvio Berlusconi, comunque in una posizione più naturale all'interno del centrodestra, area in cui molti sono nati e cresciuti politicamente, a cominciare da Maurizio Lupi. Le indiscrezioni di palazzo raccontano addirittura che, in questo ultimo squarcio di legislatura, i sempre più ex alfaniani sarebbero pronti a dimostrare la propria fedeltà al Cav in occasione del voto per ius soli e manovra economica. D'altra parte però non mancano centristi disposti a rimanere alleati con il Pd renziano. In tanti sono ormai svincolati dai propri partiti, hanno bisogno di una guida e Renzi ne ha trovata una preziosa in Pier Ferdinando Casini. L'ex presidente della Camera - secondo affaritaliani.it - sarebbe stato incaricato di rimettere insieme i pezzi sparsi del centro, in una grande lista che vada dai Centristi per l'Europa del ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, fino all'ex ministro Andrea Riccardi della Comunità di Sant'Egidio. Le porte restano aperte anche per Alfano e un manipolo di fedelissimi, difficilmente traghettabili in Forza Italia, per volontà propria, ma anche di Berlusconi.

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