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Massimo D'Alema: "Negoziato surreale, il voto schiaccerà il Pd"

Eliana Giusto
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"Sarebbe stata necessaria una svolta radicale di grande impatto sull'opinione pubblica. Non modeste misure di aggiustamento, che ci hanno proposto a parole mentre ce le negavano nei fatti in Parlamento. Un negoziato surreale". Massimo D'Alema, in una intervista al Corriere della Sera, spiega la chiusura di Mdp a una alleanza con il Partito democratico, e il fallimento della mediazione di Piero Fassino: "Mi stupisco che una persona seria come Piero si sia prestata a un'operazione priva di senso. Non è con questi pannicelli caldi che si ricostruisce l'unità del centrosinistra. Ci vuole una temperatura, come per saldare metalli spezzati". Secondo l'ex premier, "non è vero che il centrosinistra perde perché è diviso. Il Pd si è separato da una parte del suo popolo, e non c'è nessuna coalizione che possa porvi rimedio. Il centrosinistra unito ha perso ovunque". Ergo, secondo Baffino, il problema non è tanto Matteo Renzi, quanto le "scelte politiche del Pd a guida renziana". Questa legge elettorale, poi, "il Pd l'ha voluta pensando che il voto utile ci avrebbe schiacciato; poi in Sicilia hanno visto che il voto utile schiaccia loro. Sono rimasti imprigionati nella trappola che avevano preparato per noi. Mi chiedo che gruppo dirigente sia questo: dovrebbero essere gli eredi, oltre che di nobili tradizioni, di una certa professionalità politica. Ma se il bipolarismo diventa tra 5 Stelle e il centrodestra, la cui riunificazione è stata favorita da questa legge scritta dal Pd sotto dettatura di Forza Italia, allora chi non vuole Berlusconi voterà Grillo, e chi non vuole Grillo voterà Berlusconi". "La storia del rancore personale", poi, sottolinea D'Alema, "è un'altra sciocchezza". Quanto all'impegno dell'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia per l'unità a sinistra, dice: "Capisco il suo afflato, ma questo progetto unitario non ha nessuna consistenza politica né programmatica. Sarebbe stato un segnale esaminare seriamente il provvedimento sull'articolo 18 che avevamo proposto; c'è una certa schizofrenia tra il dire e il fare».

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