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Giorgio Napolitano, attacco frontale alla Lega di Salvini

Matteo Legnani
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Un'intervista catatonica, da coccolone post-prandiale, quella che il direttore di Repubblica, Mario Calabresi, ha dedicato al presidente emerito Giorgio Napolitano nella settimana in cui il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari celebra la sua nuova veste grafica. L'ex inquilino del Quirinale parla prima della Merkel, elogiandola come il perno della stabilità europea, poi (abbastanza sorprendentemente) di una Europa a due velocità penalizzata dalla presenza di "Paesi dell'est Europa come la Polonia e Ungheria che stanno attraversando una prrofonda crisi". Quindi, e lì sta l'unico passaggio un po' meno ingessato, dice di non voler "entrare nelle attuali discussioni sui partiti". Ma poi, come al solito peraltro, lo fa eccome. Per attaccare frontalmente i grillini e sopratutto la Lega, le forze che definisce "populiste". Calabresi gli fa giustamente notare come "nelle ultime settimane certi toni antieuropeisti usati in passato da Salvini e da Grillo paiono attenuati". Ma quello, sarà l'età, che lo fa sicuramente un po' sordo, non ci sente. E parte col pippone: "Purtroppo in Italia si mostra una singolare perdita di memoria e generosa indulgenza anche di fronte a clamorosi voltafaccia, privi di ogni credibilità politica, come quelli di chi accenna a ritrarsi dalle sue posizioni antieuropee dopo aver firmato un patto di Alleanza con Marine Le Pen alla vigilia delle elezioni francesi".

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