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Alfano, il retroscena velenoso sull'addio. Cosa gli hanno detto i suoi dentro Alternativa popolare

Giulio Bucchi
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"Da marzo mi cercherò un lavoro". Angelino Alfano galleggia tra l'ironia e l'amarezza nel dare l'annuncio a Porta a porta, davanti a Bruno Vespa, che non si ricandiderà alle prossime politiche. Un addio al Parlamento e ai ministeri ma non alla politica, magari considerando anche che la prossima legislatura potrebbe avere vita breve e tra qualche mese lo scenario e gli schieramenti potrebbero risultare stravolti. "Ho scelto di non ricandidarmi in Parlamento perché ritengo che servano dei gesti per dimostrare che tutto quello che ho fatto è stato dettato da una responsabilità nei confronti dell'Italia", ha spiegato, dicendosi stanco delle accuse personali che gli hanno rivolto in questi lunghi anni di distacco da Silvio Berlusconi.  A pesare però è stato soprattutto il clima teso, se non di sfiducia, dentro il suo partito. Alternativa Popolare  è da mesi scisso tra chi vorrebbe tornare nel centrodestra (l'ala lombarda di Lupi, Formigoni e Albertini, soprattutto) e chi invece vede con favore l'alleanza con il Pd (da Cicchitto alla Lorenzin). Ed è il Fatto quotidiano a pubblicare un velenosissimo, crudele retroscena direttamente da dentro Ap. "In queste ore, dentro Alternativa popolare, glielo hanno detto chiaramente: Angelino sei un problema, sia per chi rimane con Renzi, sia per chi intende tornare da Berlusconi. Nessuno ti vuole". Più chiaro di così non si potrebbe.

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