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Alfano scaricato da Renzi al telefono, il retroscena sull'addio: il traditore tradito

Giulio Bucchi
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Uno psicodramma, "moderato" nella forma ma non nei toni. L'addio di Angelino Alfano al Parlamento è il frutto di ultimi giorni frenetici, passati al telefono e con risultati disastrosi. Da una parte, scrive il Giornale, il segretario di Alternativa Popolare ha sentito il collega del Pd Matteo Renzi per assicurarsi che, al di là degli annunci, non si sarebbe davvero arrivati alla legge sul biotestamento. Il "fine vita" è argomento assai sensibile, soprattutto in ambito cattolico, di fatto il risicato elettorato di riferimento di Ap. Dare il via libera al provvedimento sarebbe stato un colpo di mannaia sulle prospettive elettorali del partito. Ad Alfano Renzi avrebbe però dato una risposta da far gelare il sangue a qualsiasi centrista: "Angelino, 'hapiscimi... Se non fo' neppure questa, l'elettorato di sinistra davvero mi finisce per votare Grasso". Questo, più o meno, il contenuto della chiacchierata che probabilmente ha spinto l'ex delfino di Berlusconi ad abbandonare la poltrona. Troppo pesante il fardello della sconfitta politica e personale. Perché Alfano si era speso eccome, soprattutto con Maurizio Lupi e i ciellini, assicurando che quella legge non sarebbe mai passata. E non a caso, continua il Giornale, proprio un Lupi furibondo li avrebbe rinfacciato, sempre al telefono, "tutte le frottole che mi hai detto". Il non ricandidarsi nel 2018 è un po' il liberi tutti in Alternativa popolare e il commiato da Bruno Vespa a Porta a porta con ogni probabilità non  è che l'antipasto del big bang politico del polo centrista. Appuntamento a lunedì, quando in direzione voleranno stracci.

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