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Renzi, il retroscena sulla telefonata a Pisapia: "Gli ha detto che ha convinto Alfano a non ricandidarsi"

Giulio Bucchi
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"Ci abbiamo provato con tutta la nostra forza, ma non ci sono le condizioni politiche". Giuliano Pisapia ha motivato così il suo addio a Campo progressista e all'idea di una coalizione di centrosinistra con il Pd. Questioni politiche, certo, ma anche umane. "Non reggo più un livello così alto di tensione", è lo sfogo dell'ex sindaco arancione di Milano dopo aver gettato la spugna. Forse, Pisapia un po' troppo ingenuamente era convinto che bastasse con tutti gli attori in gioco per farli andare d'accordo, per superare calcoli di bottega e rivalità personali insanabili. Sicuramente, non ha digerito il dietrofront del Pd sullo Ius soli, legge giudicata fondamentale a sinistra ma troppo pericolosa, a livello di numeri e di riflesso elettorale, per essere affrontata in Parlamento a giudizio del Nazareno. E forse, come rivela il retroscena del Corriere della Sera, a Pisapia non è andato giù nemmeno il comportamento di Matteo Renzi, uno abilissimo a giocare su più tavoli (ne sa qualcosa Silvio Berlusconi, rimasto fregato su elezione di Mattarella e legge elettorale) e a bluffare guardandoti in faccia. O parlandoti al telefono: secondo il Corsera, le scorse ore Renzi lo avrebbe chiamato dicendogli di "aver convinto Alfano a non ricandidarsi". Di fatto, dunque, Renzi avrebbe consegnato la testa di Angelino a Pisapia per fargli capire che i centristi nella coalizione avrebbero contato poco o nulla. Peccato che in quegli stessi minuti lo stesso leader di Alternativa popolare abbia confessato come siano andate veramente le cose. 

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