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Sondaggio Ipsos, il Pd e Renzi ai minimi storici. M5s, tornado Berlusconi sul centrodestra

Giulio Bucchi
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Il Pd è al minimo storico dell'era di Matteo Renzi: il sondaggio Ipsos pubblicato sul Corriere della Sera assegna ai dem un malinconico 24,4%, un punto in meno rispetto al risultato delle politiche 2013 (con Pierluigi Bersani segretario e candidato premier), addirittura 16 in meno dell'ormai mitologico 40% delle Europee 2014. Un secolo fa, praticamente. Tanto più, suggerisce il Corriere, che la rilevazione è stata effettuata alla vigilia dell'addio di Angelino Alfano e Giuliano Pisapia, che secondo altri istituti da solo potrebbe valere un secco 2% in meno al Pd. Molto pesa anche l'ingresso di Liberi e Uguali: il movimento di sinistra che ha trovato in Piero Grasso il suo volto elettorale esordisce nei sondaggi Ipsos al 6,6%, un punto in più della somma delle sue parti, Mdp, Sinistra italiana e Possibile. Torna a volare il Movimento 5 Stelle: da luglio a oggi è passato dal 27,5 al 29,1%, quasi cinque punti in più sul Pd. Ma a godere veramente è sempre il centrodestra, che nel gioco delle coalizioni vede la maggioranza nel prossimo Parlamento. L'alleanza è al 36%, con Forza Italia che sale al 16,7% (+0,6 rispetto a luglio) e stacca la Lega Nord ferma al 14,4% (-0,8) e Fratelli d'Italia al 4,9% (+0,4). L'elemento decisivo è come sempre Silvio Berlusconi: il Cav si è ripreso la scena su giornali, tv e social e sta trascinando gli azzurri verso la quota del 20%, anche se l'ex premier sogna di arrivare addirittura al 30 per cento. Al voto mancano 3 mesi: impresa difficile, ma non impossibile conoscendo l'uomo e il politico.

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