Cerca
Logo
Cerca
+

Luttwak, ecco il vero complotto contro l'Italia: "Cosa vi vuole prendere Putin. E poi c'è l'amico di Renzi..."

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Altro che Russiagate, altro che complotto conto Matteo Renzi. Secondo il politologo Edward Luttwak le voci di influenze russe sulle elezioni italiane sono "una montatura" e l'ex vicepresidente americano Joe Biden, che ha lanciato l'allarme, "non va preso sul serio". Il presidente russo Vladimir Putin in Italia non ha alcun interesse a favorire "il Pd di Renzi che ha approvato le sanzioni anti-russe". Ma nemmeno "i Cinque Stelle, dilettanti guidati da un comico". E neanche l'amico Berlusconi, "la cui forza elettorale è la metà di prima". La verità, sottolinea Luttwak, è molto più sotterranea e inquietante: "A Putin in Italia interessa un solo ente: l'Eni, per il petrolio". Se di complotto si parla, dunque, è internazionale ed economico-industriale e passa non dalle fake news sui social network ma dalle commesse miliardarie saltate e dal giro di poltrone ai vertici delle grandi aziende italiane. E qui salta fuori un altro scandalo, che a differenza del Russiagate non è mai finito sui giornali: "Su Leonardo non ho trovato reazioni né fra i politici né sugli organi di informazione". Leonardo è la branca di Finmeccanica specializzata nell'industria aero-spaziale. "Mi aspettavo lo stesso sconcerto, quando ho saputo che alla testa di Leonardo non era finito uno del mestiere ma Alessandro Profumo". "Un simpatico banchiere - ironizza il politologo - ma non del mestiere. Non è esperto nel campo aerospaziale ma misteriosamente è saltato fuori il suo nome". Profumo, ex presidente di Montepaschi, "non rientrava fra i quattro indicati dai cacciatori di teste al governo che aveva commissionato la ricerca. Ricerca pagata con i soldi dei contribuenti".  Luttwak è stato a Roma per parlare anche di questa nomina: "Ho visto i cosiddetti addetti ai lavori. Ho chiesto perché a quattro personaggi di alto profilo fosse stato preferito un banchiere. Tutti mi hanno detto: è un amico di Renzi". Una scelta politica, dunque? "Da quando c'è Profumo, Leonardo ha perso valore. Le azioni sono passate da 15,50 a 9,84. E quando un titolo perde tanto vuol dire che non c'è fiducia nella società quotata in Borsa. E se non c'è fiducia si perdono commesse". La conclusione del suo ragionamento ha contorni drammatici: "Mi auguravo che l'ultima grande impresa ad alta tecnologia rimasta in Italia venisse affidata a una persona apprezzata anche oltre Atlantico. Come molti sanno, Finmeccanica ha concluso negli anni importanti contratti di forniture con il Pentagono".

Dai blog