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Fabio Fazio, Michele Anzaldi lo denuncia all'Agcom: "Con Grasso ha perso mezzo milione di telespettatori"

Giovanni Ruggiero
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Ai dirigenti del Partito democratico piace tantissimo il pluralismo in tv, basta che non lo si usi con i nemici bersaniani. Appena una settimana fa, quei pochi italiani rimasti a guardare il programma su Raiuno di Fabio Fazio hanno potuto assistere al monologo del segretario dem Matteo Renzi. Tutto filava liscio per i peones del Pd, almeno finché dietro l'acquario di Che tempo che fa non è arrivato il presidente del Senato Pietro Grasso, stavolta però in veste di leader del neonato Liberi e Uguali. Il povero Grasso ha approfittato di quel passaggio televisivo sulla rete ammiraglia della Rai per mostrare il nuovo simbolo del suo partito, prima che sparisca con le prossime elezioni. Poteva essere un evento come il passaggio della cometa di Halley, invece per i senatori Anzaldi, Boccadutri e Morani quel gesto non deve essere perdonato: "Ma Che tempo che fa è una tribuna politica? È uno spazio elettorale? Allo stato dell'arte non risulta - ha tuonato Boccadutri, riportato dal Fatto quotidiano - Per quale motivo, allora, il conduttore Fazio e la Rai stessa, hanno consentito che un partito e il suo rappresentante principale, presentassero il simbolo del partito stesso?". Anzaldi si spinge molto più in là e promette guerriglia con un esposto all'Agcom: "Con Grasso Rai1 perde mezzo milione di telespettatori rispetto a Renzi. Nel confronto con gli ascolti, la puntata con Grasso fa tornare Che tempo che fa al 14%, mentre una settimana fa col segretario Pd aveva avuto il picco del'ultimo mese col 15,4%". Potrebbe sembrare uno scherzo, e invece il senatore Dem ci crede davvero, l'esposto partirà perché Grasso non buca lo schermo? O per un immaginario danno erariale voluto da Fazio.

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