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Il retroscena, il Pd perde le elezioni: tornano Prodi e Veltroni

Giovanni Ruggiero
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Sulla sconfitta del Partito democratico alle prossime elezioni sono già impegnati in tantissimi, soprattutto sul fronte sinistro con Liberi e uguali. Ma i guai si sa, non vengono mai da soli. A meno che il partito renziano non dovesse stravincere alle urne, uno scenario in cui non credono neanche i più vicini al segretario Pd, ai militanti e dirigenti dem toccherà avere di nuovo a che fare con personaggi del calibro di Romano Prodi e Walter Veltroni. Il piano nella testa di Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema ha pochi orpelli strategici: "Noi alle elezioni prenderemo quello che prenderemo - avrebbe detto Roberto Speranza, secondo un retroscena del Corriere della sera - Non importa, ma il Pd perderà e allora potremo tornare insieme". La scissione, il nuovo partito, un'intera campagna elettorale dispendiosa e furiosa serviranno insomma solo per demolire il Pd, che sia poi per sperare in un governo con il Movimento 5 Stelle, come spera Bersani, che sia per riprendersi il partito, come vorrebbe D'Alema. Che finisca in un modo o nell'altro, l'ineluttabile destino porterà tutti i sinistri italiani a ritrovarsi tutti insieme per riascoltare i comizi-omelie di Prodi, uno che per quanto si schernisca, non ha mai abbandonato l'idea di fare il padre nobile del centrosinistra, dopo il fallimento del suo Ulivo. Il suo storico braccio destro, Arturo Parisi, non ha dubbi: "Romano pensa che dopo il voto bisognerà convocare un tavolo di tutte le forze di centrosinistra". Una vera e propria minaccia quindi che porterà l'ex premier a fare da "federatore" dei resti del centrosinistra post-elezioni. La rifondazione dell'Ulivo però sarà impresa fin troppo impegnativa per il solo Prodi. Tant'è che l'aiuto potrebbe arrivare all'istante da Veltroni che non ha nessuna intenzione di candidarsi, ma di certo di rimettere becco nelle beghe di partito. Secondo un parlamentare Pd vicino all'ex sindaco di Roma la tentazione è fortissima: "Walter sarebbe l'unico possibile collante per il Pd nella malaugurata eventualità che Renzi sia costretto a farsi da parte. Su di lui nemmeno la minoranza avrebbe da ridire". Renzi crede ancora al 30% per la sua coalizione, anche una coalizione di fatto non c'è e a credere a quel pronostico è rimasto solo lui. 

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