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Gianni Cuperlo: "Maria Elena Boschi doveva stare fuori dal governo Gentiloni"

Benedetta Vitetta
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"Maria Elena Boschi ha smentito le accuse, ma avrebbe fatto bene a seguire l'esempio di Matteo Renzi e, dopo la sconfitta della sua riforma, non entrare al governo. Ci sono momenti della vita politica in cui dire dei no aiuta a difendere la propria credibilità". A parlare al Quotidiano Nazionale è Gianni Cuperlo, esponente della sinistra Pd. L'ex presidente Pd, parlando della Commissione banche ritiene che "se Renzi voleva indicare la via legislativa per evitare altri scandali doveva partire molto prima. L'errore è stato arrivarci a scadenza di legislatura, quando il rischio di  trasformarla in un'arena pre-elettorale impropria è alto". E dopo l'affondo nei confronti della Boschi, ne ha anche per il segretario Renzi: "Il rapporto del gruppo dirigente del Pd col Paese si è incrinato" ha spiegato, "il referendum istituzionale lo certificò, ma vi fu chi rivendicò il 40% come un dato da cui ripartire. Ma avevamo perso contro il 60% e per ragioni profonde. Il problema del Pd è che troppo  spesso trasmette un'ansia del potere come fine". E in vista della prossima tornata elettorale parla delle possibili alleanze da costruire e di quelle non realizzate: "Sarebbe stato meglio costruire una coalizione larga con Grasso e Pisapia" dice Cuperlo, "non solo era meglio ma fino all'ultimo avremmo dovuto tentare. Ora bisogna evitare una campagna fratricida, a sinistra. Serve un cambio di direzione".

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