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Paolo Gentiloni contro Laura Boldrini: collegi uninominali, l'ipotesi sullo scontro a Torino

Andrea Tempestini
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Collegi uninominali, sorpattutto croce e poca delizia per i candidati alle prossime politiche. Già, dove far correre i big? Dove candidarli, magari col rischio che perdano lo scranno? Dubbi amletici, soprattutto in virtù del fatto che il listino proporzionale, a base regionale, non garantisce la salvezza a tutti. E questi dubbi attanagliano il Pd, che si scervella su Paolo Gentiloni, il premier uscente e - chissà - magari un giorno ancora premier. Leggi anche: Boldrini, retroscena da brividi: chi la ha imposta come presidenta Il possibile uomo di mediazione in un ipotetico esecutivo del presidente potrebbe essere candidato a Roma, collegio naturale per un romano come lui. Ma Matteo Renzi e i vertici del Nazareno stanno valutando se sia il caso di farlo rischiare nel seggio della Capitale, che per il Pd è spaventosamente in bilico. Al netto del listino proporzionale, sarebbe uno smacco troppo grande la bocciatura di Gentiloni, uomo che - oggi come oggi - è forse ancor più pesante, e importante, di Renzi all'inetrno del Pd. In questo contesto, dunque, si starebbe ragionando su una candidatura alternativa, in grado di tenerlo relativamente fuori dalla mischia. Un collegio comunque pesante ma, teoricamente, un poco più blindato. E quel collegio, afferma Repubblica, potrebbe essere a Torino, il capoluogo piemontese. Dove però Gentiloni si troverebbe a sfidare un nome pesante, ossia quello di Laura Boldrini, la presidenta della Camera candidata con Liberi e Uguali. Un nome, quello della Boldrinova, in grado di catalizzare parecchi consensi in una città tradizionalmente rossa come Torino (anche se ora governata dai Cinque Stelle). Insomma, per Gentiloni in questo caso potrebbe realizzarsi la più roboante delle umiliazioni: fatto fuori dalla Boldrini. Ma in caso contrario...

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