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Pier Ferdinando Casini, Matteo Renzi lo candida a Bologna e disintegra il Pd

Andrea Tempestini
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Pier Ferdinando Casini candidato per il Pd: non è certo questa la notizia. Semmai, la notizia, sta nel fatto che pare essere ufficialmente confermato il seggio in cui si candiderà con l'uninominale: quello di Bologna, storica roccaforte rossa. Insomma, un democristiano candidato con la sinistra in uno dei luoghi simbolo della sinistra stessa. Una decisione - presa da Matteo Renzi per blindare Casini, che tante castagne dal fuoco gli ha tolto negli ultimi anni - che ovviamente fa storcere il naso ai vertici e ai militanti del partito. Un'altra decisione di Renzi, dunque, in grado di togliere voti al Pd: come si fa a chiedere a un ex elettore del pci di votare Casini? Leggi anche: Casini, la clamorosa gufata su Berlusconi e Salvini Certo, la "scusa" ufficiale è che Casini è di Bologna, insomma viene candidato nella sua città naturale. Scusa che però regge poco, per ovvie ragioni. Ma il seggio di Casini - ragionano al Nazareno - deve essere blindato. Bologna, dunque, una delle poche regioni che assicura ai democratici la maggioranza. E in Emilia Romagna, il Pd non lascerà un seggio soltanto a Casini: secondo i rumors rilanciati dal Fatto Quotidiano, verranno ceduti agli alleati altri tre collegi. E il partito, ovviamente, si spacca. Il segretario regionale dell'Emilia Romagna, Paolo Calvano, ha fatto presente che "noi emiliani non abbiamo alcuna intenzione di svenarci per dare tutti i seggi sicuri a candidati paracadutati da altre liste o dal nazionale". L'ennesimo autogol di Renzi, insomma, è servito.

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