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Matteo Renzi, la profezia del prodiano Santagata: "Mossa sbagliata, così il Pd perde"

Giulio Bucchi
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Un "nanetto elettorale", quasi una lista civetta. Eppure, "Insieme" orfana di Giuliano Pisapia lancia un messaggio chiaro, anzi una minaccia, a Matteo Renzi: coalizione, o il centrosinistra perde. Detta così, dall'"alto" di uno zero virgola e lontanissima dallo sbarramento del 3%, fa un po' sorridere ma Giulio Santagata è serio, serissimo. Perché alle sue spalle non c'è più l'ex sindaco di Milano, che l'ha lasciato solo con la sua lista fatta da scampoli di socialisti, verdi e civici vari, ma un nome molto più importante. Quello di Romano Prodi. Santagata è un prodiano di ferro, della prima ora, conosce tutti in Emilia ed è conosciuto, molto conosciuto. Può portare in dote voti importanti e a Repubblica spiega: "Noi prendiamo voti solo se siamo distinti dal Pd. Possiamo essere un valore aggiunto alla coalizione e farla vincere in collegi dove senza di noi non si vincerebbe". Per approfondire leggi anche: "Presidente...", la telefonata di Gentiloni a Grasso Renzi non l'ha sentito ("e non piango"), ha parlato con altri dirigenti del Pd dell'ipotesi di apparentamento. "Noi non chiediamo posti, ma chiediamo di essere riconosciuti nella nostra diversità dal Pd. Renzi deve convincersi che l'autosufficienza del Pd non funziona. Non funziona nemmeno in Germania, figuriamoci in Italia", sottolinea Santagata, che rivendica l'eredità dell'Ulivo, presente anche sul simbolo: "Non avrebbe senso che il Pd desse semplicemente dei collegi a me o qualche altro di noi, senza una lista autonoma. La gente non ci voterebbe per noi stessi. I voti li prendiamo se siamo distinti dal Pd".

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