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Sondaggi: Forza Italia in crescita, crollano Pd e Liberi e uguali. Stabile il Movimento 5 stelle

Eliana Giusto
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Se Forza Italia può ancora crescere nei sondaggi (soprattutto a scapito della Lega), Pd e Liberi e Uguali perdono voti per le continue divisioni interne e per la delusione degli elettori di sinistra delusi da Matteo Renzi mentre il Movimento 5 stelle comincia a conquistare gli adulti. I sondaggisti rivelano alcune interessanti sorprese. Per esempio, Paolo Gentiloni da solo, sottolinea il Fatto quotidiano, vale un milione di voti. Dato non irrilevante secondo Nicola Piepoli: "Il premier ancora in carica ha un grande appeal elettorale: gli sta vicino solo Luigi Di Maio, che da solo vale mezzo milione di consensi".  Leggi anche: Pietro Senaldi: il flop dell'anti-berlusconismo Silvio Berlusconi ha possibilità concrete di incrementare il consenso: "Il centrodestra è dato al 35-36%, di cui 15-16 Forza Italia, 13-14 Lega, 5 Fratelli d'Italia. La presenza televisiva del leader azzurro, da sempre molto bravo nel rush finale delle competizioni elettorali - sottolinea Piepoli - può far aumentare consensi al suo partito, ma più a scapito della Lega che come valore aggiunto del centrodestra, che ormai ha quasi fatto il pieno". Fabrizio Masia di Emg dà il centrodestra addirittura al 37,5% (con FI al 16, Lega al 14, FdI al 5,5 e Noi con l'Italia a 2,5), Antonio Noto tra il 37 e il 38 percento. A sinistra la situazione è disastrosa: il crollo del Pd non si spiega solo con le spaccature interne visto che Liberi e Uguali non sfonda: Leu infatti è dato al 6 per cento. "Presentarsi separati, da avversari, fa molto male a entrambi: se fossero alleati il centrosinistra nel suo complesso avrebbe molti più voti", spiega Noto, che dà il Pd al 23%, la coalizione di centrosinistra al 28% e LeU al 6. Il Movimento 5 Stelle, tengono botta. Se rispetto alla primavera scorsa hanno perso voti, negli ultimi mesi viaggiano tra il 27 e il 29 per cento secondo Piepoli, tra il 28 e il 29 per Noto, al 27 per cento Masia. "Sono molto forti in tutto il Sud, specialmente in Sicilia e Sardegna. E restano preponderanti tra i giovani: nella fascia 18-50 della popolazione hanno il 40 per cento. Perdono molto, invece, tra gli anziani", conclude Masia. 

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