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Golpe finanziario sull'Italia, chi vogliono i banchieri al governo: "Gentiloni premier e larghe intese"

Giulio Bucchi
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I banchieri hanno un cavallo su cui puntare per Palazzo Chigi, e c'è da giurare che faranno di tutto per vincere la loro scommessa: quel cavallo si chiama Paolo Gentiloni e la partita, da portare a casa, è l'ennesimo governo di larghe intese, che con diverse sfumature di colore domina la politica italiana dall'infausto autunno del 2011, quello del "golpe" contro il governo di Silvio Berlusconi. Un golpe, guarda caso, finanziario e politico, avallato dall'allora presidente Giorgio Napolitano. Leggi anche: "Se vincono...", golpe finanziario in Italia (come nel 2011) La parola chiave è sempre la solita: stabilità. Ed è il Messaggero a riportare il dietro le quiente del congresso Assiom Forex, dove il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha parlato di fronte a banchieri e analisti finanziari. "Se lei qui dentro chiede onestamente il pensiero sulle elezioni - spiega un anonimo addetto ai lavori al quotidiano romano -, si accorgerà che tutti sperano in una grande coalizione con un primo ministro che può essere Gentiloni e un mix di ministri buoni presi un po' dal centrosinistra e un po' dal centrodestra". Nel mono della finanza prevale "una sorta di spirito di autoconservazione e il terrore di trovarsi a che fare con gente che nemmeno sa di che cosa si sta parlando". O magari qualcuno giudicato un po' troppo fuori dal coro, come Matteo Salvini o Luigi Di Maio. Non a caso è stato lo stesso presidente di Assiom Forex Luigi Belluti, dal palco, a lanciare l'allarme: "Mi pare si stia sottovalutando il rischio politico" italiano. "Se non vince nessuno serve un accordo in cui già si comincia a lavorare - dice Giuseppe Castagna, numero uno del Banco Bpm -. L'abbiamo già visto in altri Paesi: in attesa di una legge elettorale, il fatto che il governo attuale, con i cambiamenti necessari, possa proseguire la sua opera potrebbe portare dei buoni risultati. Occorre dare subito l'idea che dopo le elezioni si affrontano i problemi seri del Paese, anche se il clima pre elettorale non ci dà grandi aspettative da questo punto di vista".  Il paragone con Berlino, però, secondo Alessandro Vandelli (ad di Bper) non regge: "Se un paese come la Germania può reggere anche del tempo senza un governo, per l'Italia sarebbe più complicato, anche dal punto di vista del mercato". Anche secondo lui il mercato sta scommettendo "anche troppo positivamente su una soluzione, anziché su uno stallo che darebbe il la alla volatilità". 

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