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Maria Elena Boschi, il candidato Pd che la attaccava sulle banche: Leopoldo Piampiano fa esplodere il partito

Andrea Tempestini
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"Dimissioni e tutti a casa". Un post, sul caso Banca Etruria, agita il Partito democratico. Già, un attacco bello e buono a Maria Elena Boschi. Il problema è chi, quell'attacco, lo firmava: era il febbraio 2015 e così, su Facebook, si esprimeva Leopoldo Piampiano, all'epoca esponente di Sicilia Futura, il partito che fa riferimento all'ex ministro Totò Cardinale. Leggi anche: Disastro-Renzi: per difendere la Boschi...a chi la paragona Peccato che oggi mister Piampiano sia candidato con lo stesso Pd della Boschi nel collegio uninominale di Palermo. Un candidato scomodo. E non solo per il post in questione. Infatti, come sottolinea Italia Oggi, la sua carriera politica è iniziata con Alleanza Nazionale, per la quale fu candidato alle regionali nel 2007. Quindi Forza Italia. Ora, tenta la scalata a Montecitorio con il partito di Matteo Renzi. A far riemergere quel vecchio post, per inciso, sono stati proprio i dissidenti dem che contestano le liste redatte dal segretario: circostanza che fa comprendere in modo piuttosto lampante quale sia il livello dello scontro nel Pd. A rendere la vicenda ancor più curiosa, il fatto che anche la Boschi, come Piampiano, sia candidata proprio in Sicilia. Tornando a quel post, il candidato lo condivise senza alcun commento. E il post recitava: "Se tu paghi 50 euro, magari per una multa, ti scrive Equitalia. Però Banca Etruria perde 300 milioni di euro e le fanno una legge su misura e, fatalità, tra i vertici c'è il papà del ministro Boschi". Accanto alla scritta, la foto dell'attuale sottosegretaria. Il bersaglio era precisissimo. Tanto che ora, i dissidenti Pd che hanno rilanciato la vicenda, commentano con ironia: "Cara Maria Elena, ti siamo vicini per il vile attacco della destra. Forza e coraggio, per fortuna noi siamo un'altra cosa e gente così, da noi, non troverà mai cittadinanza". Nel mirino, insomma, anche i trascorsi di Piampiano nel centrodestra.

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