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Virginio Merola, così il sindaco Pd di Bologna si schiera nei fatti al fianco della teppaglia che massacra poliziotti

Andrea Tempestini
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Dopo i fatti di Bologna, con il pestaggio dei poliziotti in piazza nel corso della cosiddetta manifestazione antifascista, il sindaco Pd della città, Virginio Merola, ha bollato come "ridicola" l'etichetta di "antifascista" sotto alla quale la teppaglia ha caricato le forze dell'ordine. Una presa di distanza che, però, arriva soltanto a parole. Già, perché nei fatti Merola è vicinissimo agli antagonisti, tra concessioni, immobili e occhi chiusi in tema di occupazioni. Come nota Il Giornale, per esempio, solo tre giorni prima delle violenza di venerdì la sua giunta ha rinnovato la concessione di un immobile alle associazioni Ya Basta! e Atash, vicine al centro sociale Tpo che era in prima fila in piazza per impedire a Forza Nuova di manifestare. Leggi anche: La Meloni mostra la vergogna dei centri sociali Il Comune, di fatto, supporta tutte le altre realtà antagoniste scese in piazza, come il XM24 - il cui fulcro è l'attività No Tav - a cui da 15 anni viene lasciato uno stabile concesso dalla giunta Pd. Merola, nonostante la convenzione sia scaduta, continua a rinviarne lo sgombero (ultima teorica data fissata: il prossimo novembre). Simile il caso di Labàs, un collettivo politico, sfrattato da un'ex caserma occupata soltanto dopo 5 anni di illegalità. Ma non è tutto: vi è poi il caso di Vag61, gruppo cacciato su richiesta dei Monopoli di Stato e al quale in poche settimane il comune ha trovato una nuova sistemazione. E ancora, Laboratorio Crash, per il quale l'assessore si sta prodigando alla ricerca di una nuova sistemazione, da cui arriva Lorenzo Canti, uno dei tre arrestati per il pestaggio del carabiniere a Piacenza.

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