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Voto all'estero, codici a barre e carabinieri contro il rischio brogli

Eliana Giusto
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Codici a barre, diplomatici nelle tipografie, carabinieri nelle sedi di voto. Per evitare polemiche, rischio brogli e irregolarità, la Farnesina si è organizzata per tempo e ha messo in atto tutta una serie di contromisure per garantire la sicurezza del voto più contestato. Quello all'estero. Leggi anche: Vittorio Feltri: "Sinistra maledetta, dopo le elezioni la grande porcata. Regia di Prodi" Le schede, riporta la Stampa, sono già partite anche se, domani mercoledì 21, la Consulta si esprimerà su un ricorso del Tribunale di Venezia che avanza dubbi sulla costituzionalità della legge che lo regola, per le "ombre" su libertà e segretezza del voto.  Gli italiani all'estero che si recheranno alle urne sono 4 milioni e 300 mila, sparsi in 177 Paesi, circa 700 mila elettori in più delle scorse politiche. Voteranno ancora per corrispondenza e le schede arriveranno a casa via posta. Si vota indicando le preferenze - a differenza di quanto succede in Italia - e si rispediscono entro il primo marzo alle 16 alle sedi diplomatiche. Che provvederanno a inviarle su 120 voli verso Castelnuovo di Porto, dove la Farnesina avrà terminato il suo compito. Toccherà poi alla Corte d'Appello di Roma a garantire lo scrutinio in circa 1700 seggi. Si sa, infatti, che i voti provenienti dall'estero hanno spesso fatto la differenza nella definizione del vincitore delle elezioni.

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