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Silvio Berlusconi, Friedman racconta la reazione furiosa dopo il tradimento di Renzi: "Come una pugnalata"

Giovanni Ruggiero
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La delusione di Silvio Berlusconi dopo il fallimento del patto del Nazareno stava per trasformarsi in rabbia feroce sul suo volto. A raccontarlo dopo qualche anno è il giornalista americano Alan Friedman che su La Stampa propone un ritratto del Cav frutto delle sue frequentazioni ad Arcore, quando Friedman era impegnato nelle riprese del documentario My way e la stesura della biografia omonima. Pochi giorni il patto sottoscritto nella sede del Pd tra Matteo Renzi e il Cav, Friedman chiese un parere a Berlusconi sul segretario del Pd: "Gli occhi di Silvio quasi si bagnarono di lacrime - racconta il giornalista - Sorseggiò del crodino e iniziò a parlare, con tenerezza: 'Io, io avrei un sogno... ma non oso dirlo... No, non lo dico', tagliò infine corto, sfoggiando il suo sorriso da showman". Secondo Friedman con il tempo sarebbe stato sempre più chiaro quanto Berlusconi vedesse in Renzi il suo erede naturale, quanto avesse piacere nel vederlo distruggere la sinistra radicale: "Covava il progetto di un'alleanza con il giovane fiorentino, un partito insieme, o qualche cosa di simile. E anche al momento della rottura del Nazareno, all'inizio del 2015, quando Berlusconi voleva Giuliano Amato al Quirinale e si sentì tradito da Renzi". La reazione a quel punto del Cav non era stata di rammarico, ma "di vera rabbia". Friedman ricorda un pranzo ad Arcore, al quale erano presenti anche Francesca Pascale, Deborah Bergamini e Mariarosiaria Rossi: "Berlusconi - racconta Friedman - parlò a lungo e con veemenza di come si sentisse pugnalato. Era deluso, ma le sue rimostranze assomigliavano più alle lamentele di un padre".

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