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Fucsia Nissoli Fitzgerald: "Brogli alle elezioni, hanno già iniziato. Attenzione al voto all'estero"

Andrea Tempestini
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Si chiama Fucsia Nissoli Fitzgerald. È candidata per Forza Italia alla Camera nel collegio Nord-Centro America. È pericoloso votare all'estero? «Non è pericoloso. Spero si rispetti la legge. Ma dico a tutti che se avvertono dei rischi devono denunciare». È facile imbrogliare? «Può accadere. Bisogna stare molto attenti». Che consiglio da ai suoi elettori? «Di informarsi. Ormai online si trovano tutte le informazioni». Ci sono molti impresentabili? «Non voglio entrare nel merito della questione. Mi pare un modo indelicato di fare politica. So che ci sono state problematiche legate a questo o quel candidato, ma non voglio dire di più. Non mi va di giudicare gli altri». Nemmeno una nota di colore? «Ci sono sicuramente candidati buffi, ma non sta a me giudicarli». E del caso della Ong "Free flights to Italy"? Si è parlato di abusi su ragazze, spesso studentesse. «Questo caso mi preoccupa molto. Ma non conosco esattamente il profilo del responsabile». Di questo si è letto in Italia… «Dalle notizie che ho ricevuto la storia è molto preoccupante. Ma ci sono tante fake news in giro. Non saprei con sicurezza se le accuse sono vere oppure no». C'è allarmismo rispetto alla candidatura di impresentabili? «Basta non votarli». Detto così è molto facile. «Vede, qui da noi ci sono le preferenze e se qualcuno è preoccupato per una persona, se non le sembra il candidato adatto, non lo vota». Quante liste ci sono lì? «Abbiamo nove liste e ogni lista conta circa quattro candidati alla Camera. C'è una vasta scelta. Qui conta più la persona che il partito». Perché? «Per le preferenze». È dura la campagna elettorale? «Sto prendendo un volo per Detroit. Ieri sono stata a Cleveland a incontrare la comunità italiana. I candidati qui hanno un rapporto diretto con l'elettore». Davvero? «Pensi che ho scritto il mio numero di telefono su tutte le cartoline elettorali che ho inviato». La contattano? «Tantissimo. Parlo con quasi 60 persone al giorno. Poi ci sono quelli che scrivono sui social». Qual è la richiesta che le fanno più spesso? «La richiesta di cittadinanza. Qui ci sono tantissime persone nate in Italia e che negli anni hanno perduto la cittadinanza. Non possono votare, ma voglio battermi anche per loro». Sarebbe la sua prima volta in Parlamento? «No, sono una deputata uscente». Mi racconta la sua storia? «Vivo negli Stati Uniti da 29 anni. Ho sposato un americano e ho tre figli. Mi sono occupata molto di volontariato prima di fare politica. E sono scesa in campo 5 anni fa. Sono entrata in politica per dare voce a chi non può. Per me fare politica è essere al servizio degli altri. In Italia non è proprio così». di Michele Di Lollo

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