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Luigi Di Maio? Silvio Berlusconi detesta lui e i grillini, però li sfrutta: il piano del leader di Forza Italia

Andrea Tempestini
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Da un punto di vista etico, l'offerta di Silvio Berlusconi ai futuri parlamentari Cinque Stelle - passate con il centrodestra e non dovrete versare al movimento la quota richiesta - lascia quantomeno perplessi. Intanto perché viene dal leader che più di tutti, pure nelle ultime settimane, si è battuto per l'introduzione del vincolo di mandato in Costituzione e contro la transumanza di deputati e senatori («basta con i cambi di casacca», ipse dixit, 14 febbraio 2018). È evidente, quindi, che anche nei suoi ragionamenti c'è una doppia morale: ciò che non va bene per gli altri va bene per lui. E poi perché la proposta finisce per raggiungere tutti i prossimi eletti pentastellati, sebbene ufficialmente sia rivolta a quel gruppo di candidati che lo sprovveduto Luigi Di Maio ha espulso dopo averne scoperte magagne e ruberie. Cari grillini, preferite stare all'opposizione con l'emolumento decurtato o nella coalizione di governo a busta paga intatta? Il Cavaliere è convinto che il centrodestra arriverà primo al traguardo, ma non è altrettanto sicuro di avere i numeri necessari a governare. Non in modo stabile, quantomeno. Se le cose andranno come prevede lui, la risposta di alcuni è scontata sin d'ora, soprattutto se sono fatti della stessa pasta di chi li ha preceduti nella legislatura che si è appena chiusa, durante la quale hanno cambiato casacca quaranta eletti nelle liste del M5S. Accanto al tentativo di adescamento conclamato nei confronti degli “esuli”, insomma, c'è l'ammiccamento verso gli altri. Leggi anche: Vittorio Sgarbi, direttamente dal cesso il messaggio d'"amore" a Di Maio SCANDALO AL SOLE A stemperare un po' il sapore che la sortita lascia in bocca, il fatto che Berlusconi sia stato trasparente: cose del genere si sono sempre fatte e lui stesso è stato sia utilizzatore finale sia vittima dei voltagabbana. Nessuno, però, aveva mai lanciato l'amo prima del voto davanti a registratori e testimoni. Stavolta, almeno, è tutto alla luce del sole e gli elettori già ora sanno cosa potrebbe accadere. Proprio questa apparente ingenuità, per inciso, è il motivo dei forti mal di pancia, consumati in silenzio, che le parole del capo hanno creato dentro Forza Italia, e dell'aperta contrarietà del suo alleato Matteo Salvini, il quale ha replicato affermando che intende «vincere seguendo il programma del centrodestra, senza raccattare i profughi dei Cinque Stelle». Distanze che in serata hanno costretto Berlusconi a una precisazione: «Nessuna proposta, ho fatto dell'ironia... Non credo che ne avremo bisogno, ma se di fronte a una legge da noi presentata la votassero perché la ritengono positiva, ne saremmo felici». Mossa obbligata, ma poco convincente. CINICO, MA EFFICACE Se si mettono da parte i giudizi etici, però, e si guarda la vicenda con le lenti della realpolitik, il Cavaliere cinico merita un dieci e lode, poiché si è portato avanti su due fronti. Innanzitutto ha posto le basi per l'allargamento della coalizione e dato a quei candidati un ottimo motivo per non dimettersi una volta eletti, come Di Maio ha chiesto loro di fare: nel prossimo Parlamento c'è già una casa pronta ad accoglierli. Il secondo obiettivo, invece, consiste nell'instillare il dubbio tra chi pensa di votare per i Cinque Stelle: non è che scegliendo loro finisco per aiutare il centrodestra? Dilemma dal quale si esce solo astenendosi: tutti elettori in meno per il movimento di Di Maio, l'unico avversario che l'ex premier teme davvero e con il quale sa che non potrà esserci alcun accordo. DELUSIONI IN ARRIVO Del resto, il materiale con cui bisogna lavorare è questo. Il presidente di Forza Italia, nella stessa intervista a Corriere Tv da cui ha lanciato la proposta, ha parlato dei candidati grillini con la crudezza che usa il macellaio per le frattaglie: «Questi sono stati presi a casaccio, è gente che non ha mai lavorato. La nostra coalizione sarebbe molto conveniente per loro, potrebbero trattenere per intero la loro indennità parlamentare». L'unico modo in cui i pentastellati potrebbero smentirlo è evitare di correre sulla barca del vincitore il giorno dopo il voto. Ma Berlusconi conosce bene il legno storto di cui è fatto l'uomo e lo tratta per quello è, mentre Di Maio e i suoi, malgrado le figuracce degli ultimi giorni, continuano a fingere che i loro candidati siano diversi e che finiranno per comportarsi nel modo desiderato da chi li ha votati. Qualcuno rimarrà molto deluso. di Fausto Carioti

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