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Luigi Di Maio, il caso imbarazzante del grillino indagato Salvatore Caiata: "C'è una mano rossa e blu dietro"

Giovanni Ruggiero
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Con il passare delle ore, cresce il sospetto del grillino Salvatore Caiata che dietro la bufera giudiziaria che lo sta travolgendo ci sia una regia occulta, qualcuno - neanche pochi - che avrebbero tutto l'interesse per far saltare la sua campagna elettorale. Imprenditore, presidente del Potenza Calcio (in serie D), Caiata è candidato con il Movimento cinque stelle nel collegio uninominale alla Camera di Potenza-Lauria. Ad appena dieci giorni dalla data del voto, dalla procura di Siena è emersa un'indagine a sua carico per riciclaggio. Leggi anche: La bomba dalla procura contro il grillino: l'accusa che gli costa il posto in lista A Siena Caiata era arrivato da studente, si è laureato in scienze bancarie e, dopo qualche lavoro di fortuna, ha trovato i fondi per investire in hotel e case di riposo, va avanti comprando ristoranti e quote societarie. Poi però la sua Potenza chiama, convoca una conferenza stampa e annuncia di voler vendere tutto per dedicarsi alla sua città. Ricomincia dal calcio, prima con il 5% del club, poco dopo arrivando all'80% e ai vertici della classifica di serie D. I suoi legami con Siena insomma sembrerebbero ormai un pezzo di passato che ritorna a chiedere il conto, Caiata ha un sospetto e mentre assiste all'allenamento dei suoi ragazzi non le manda a dire: "Dietro questa storia c'è una lunga mano rossa e blu. Non mi frega niente della candidatura, a me interessa la dignità personale, la figura che faccio davanti a mio figlio". I dubbi crescono guardando gli avversari del grillino a Potenza. In quel collegio si stanno sfidando Guido Viceconte per il centrosinistra, Nicola Benedetto per il centrodestra, Roberto Speranza per Liberi e Uguali. I sondaggi davano il collegio in bilico, la presenza di Caiata aveva sparigliato le carte, lasciando il risultato aperto a ogni eventualità. Di Maio non lo ha ancora chiamato, intanto però lo ha idealmente sbattuto fuori dal Movimento. La candidatura invece resta valida, anzi i messaggi di solidarietà per Caiata piovono copiosi, gli stessi grillini lucani sembrano in crisi, divisi tra votare un indagato - manco fosse un serial killer - o regalare la vittoria agli avversari. Caiata però non ha nessuna intenzione di mollare, e chissà che questa batosta dalla procura non si riveli una spinta per un trionfo nelle urne.

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