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Matteo Salvini, intervista finale a Senaldi su Libero: "Le mie due rivoluzioni"

Eliana Giusto
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«Incrocio le dita». Si percepisce una leggera euforia nella stanza dei bottoni della Lega. Il più tranquillo è il segretario, Matteo Salvini. «I sondaggi sono favorevoli ma per me hanno sempre avuto poco valore. Andando in giro però avverto che l' atmosfera si è scaldata. Faccio politica fin da ragazzo e non vedo l' ora di essere messo alla prova e di governare» racconta prima di andare al centro commerciale Bonola di Milano, per l' ultimo appuntamento prima del voto. «Sento una grande responsabilità ma anche tanta gioia per l' affetto che la gente mi ha dimostrato nei miei 18-20mila chilometri su e giù per l' Italia. Molti ex elettori del Pd e di M5S mi fermano per dirmi che voteranno Lega per la prima volta. Mi galvanizza, ma so che la gente mi darà fiducia solo per un giro: se andrò al governo dovrò fare, non rimanderò nulla. Certo il percorso non è stato facile. Ho accettato la sfida di portare la Lega in tutta Italia, non ho avuto dubbi, era un passo necessario per la crescita». Ha preso il partito al 3%: possiamo dire che in ogni caso sarà un succcesso o ha una quota minima alla quale punta? «Vorrei superare il massimo storico dei consensi e toccare il 20%, cosa che è possibile se arriveremo almeno al 25 al Nord e avremo il 6-7 al Sud. La gara con Forza Italia a chi prende più voti non è centrale, ma proprio a Libero ieri Berlusconi ha detto che se la Lega dovesse superare gli azzurri, lui mi appoggerebbe come premier. Sono pronto, d' altronde sono i patti». Anche se ha tolto la parola Nord, il Paese resta spaccato: come pensa di poter rappresentare tanto gli interessi del Settentrione quanto quelli del Meridione?  «Con i principi cardine del merito e della responsabilità, che trovano attuazione in un Paese federale, come teorizzato da Miglio, un genio con la sola colpa di aver precorso i tempi: ha visto trent' anni prima quello che sarebbe successo». Cosa dice ai vecchi cuori padani nostaglici della Lega Nord?  «Che dopo trent' anni di lotta il traguardo è vicino. Mercoledì Maroni e Zaia, i vincitori del referendum di ottobre, hanno firmato con il governo il processo per arrivare all' autonomia. Ma presto saranno autonome tutte le Regioni. Avremo un Paese federale, moderno, efficiente». Non bastano il federalismo e la responsabilità per unire un Paese come l' Italia, diciamolo... «Infatti io ci metto anche il lavoro. Cinquestelle pensa al Sud come a un posto in cui le persone non vogliono fare nulla, e vuole comprarle con il reddito di cittadinanza. Ma a me la gente che incontro non chiede soldi, sanno che il denaro è finito. Mi chiedono di lavorare e io farò lavorare tutti. Lei lo sa che nel 2002, quando è arrivato l' euro, in Italia c' erano meno disoccupati che in Germania? Poi Berlino si è fatta la sua moneta e noi abbiamo iniziato ad andare in malora. L' Italia di M5S dorme, la mia vuole lavorare». Mi era sembrato che avesse rivisto le sue posizioni antieuropeiste e contrarie all' euro: sbaglio?  «L' euro è una moneta sbagliata e andrà a esaurimento da sola. Con Borghi e Bagnai, io mi sono costruito una squadra che saprà che cosa fare quando quel momento arriverà». Euro e Ue sono l' argomento in cui Lega e Fratelli d' Italia sono più distanti con l' alleato Berlusconi: se gli azzurri prenderanno più voti e Tajani, europeista doc e presidente del Ppe, farà il premier, la coalizione esploderà?  «Anche se Tajani non è l' uomo più adatto a difenderci in Europa, io starò ai patti. Il centrodestra ha un programma comune che lo guida, al di là delle persone, e se lo seguiremo non si spaccherà. Berlusconi la pensava come noi sulle tasse fin dall' inizio e su Ue e immigrati l' abbiamo portato dalla nostra parte. Una differenza però c' è: Forza Italia è più conservativa, io so che a questo Paese serve una rivoluzione, sennò non si va da nessuna parte». Com' è riuscito ad aumentare così tanto i consensi della Lega?  «All' inizio con poche parole ma chiare, concretezza e onestà. Oltre al grande lavoro degli amministratori locali, che mi hanno portato consenso sul territorio e che ho in gran parte candidato al Parlamento. Poi ho girato come un pazzo. Sfiancante, ma ti arricchisce e paga. Ora ne sto raccogliendo i frutti. Guardare uno negli occhi e prendersi un impegno non è come fare una promessa in tv o scrivere un articolo su Facebook. Dal vivo sei più credibile, anche se i social sono serviti. Prenda il "Vinci Salvini", il gioco in cui il primo che mette un "mi piace" sui miei post vince una telefonata con me: mi hanno preso in giro in tanti, ma io così ho conosciuto molta gente che mi voterà e altrettante realtà che messe insieme sono l' Italia». E il rosario sventolato in piazza con il Vangelo? Lei non pare San Francesco, mossa mediatica?  «Infatti non lo sono, ho sentito di farlo come impegno morale e politico. Siccome abbiamo radici cristiane e sono contrario all' andazzo delle moschee ovunque e dei bimbi adottati dai gay, ho voluto ribadirlo, anche se sono l' unico». È stato accusato di strumentalizzare la fede. In effetti, quante volte va a Messa?  «Poche, ma conta anche l' agire quotidiano. Sono un peccatore che ritiene che le scuole cattoliche, gli oratori e le suore in ospedale siano un valore aggiunto». La Chiesa le ha ricordato che il Vangelo è per l' accoglienza...  «Ma non c' è scritto da nessuna parte che dobbiamo portare l' Africa in Italia». Ha dismesso la felpa per la cravatta: gioca a fare il candidato premier rassicurante?  «Mi danno del razzista ma la realtà è che io sono vittima di razzismo da parte di un' informazione vigliacca e complice dei poteri forti. L' altro giorno Sky ha dedicato il pomeriggio a un servizio sugli hacker russi che aiuterebbero la Lega. Surreale, come se Putin chiamasse di notte gli italiani per dire loro cosa votare. Dicono pure che spavento i bambini, anche se non sono arrivati a sostenere che li mangio: è da una settimana che non si parla d' altro che della madre a cui i figli adottivi africani avrebbero detto di aver paura che io li rispedisca nel loro Paese. Ma chi glielo ha messo in testa? Per non parlare del professore della Bocconi che ha fatto un fotomontaggio per darmi della testa di c... Ora lo processano, sono contento». Però lei con le parole non c' è mai andato leggero...  «Espellere i clandestini, aiutare le aziende nazionali anche a discapito delle straniere e in barba al libero mercato, difendere i prodotti agricoli nostrani. Sa chi lo ha detto? Macron, nell' ultima settimana, il grande amicone di Renzi. Se lo dice lui è un genio, io che lo vado ripetendo da anni sono un razzista». Un sovranista, diciamo...  «Sovranista, nazionalista, populista: parole vuote. Di una cosa sono certo: nel 2019 ci saranno le elezioni Europee e cambieranno molte cose. Finalmente a Bruxelles avremo una maggioranza di europarlamentari che pensa ai popoli e non a banchieri, multinazionali ed eurocrati. La crescita della Lega è dovuta anche al fatto che il vento sta cambiando. Voglio aiutare gli italiani a dimenticare Renzi e la Boschi». Perché lei attacca più il Pd mentre per Berlusconi il nemico è Cinquestelle: avete due piani B diversi se il centrodestra non raggiungerà la maggioranza?  «Il Pd sta affliggendo 60 milioni di italiani, M5S solo quei poveri comuni che li hanno votati. Comunque, dal canto mio, le assicuro che per la Lega non ci sono ipotesi di governo alternative al centrodestra». Considerazioni. Quello che il Salvini in giacca e cravatta non vuole dire è che se la Lega, dopo un periodo di stallo, è tornata a crescere è perché a livello mediatico al segretario è riuscita la trasformazione da leader di battaglia a candidato premier credibile. «Il cambiamento prospettato è forte, il programma è più che ambizioso, ma logico ed efficace», spiega Salvini. Articolato su due direttrici fondamentali: la rivoluzione economica, sul fronte interno, e quella istituzionale, in Italia e nella Ue. La prima non può prescindere dalla lotta a rendite, privilegi e regalie. «L' aliquota unica fiscale porterà ricchezza, consumi, investimenti e gettito. I soldi all' erario arriveranno dalle tasse garantite dalla piena occupazione, che ci eviterà anche di sprecare denaro in ammortizzatori che non portano a nulla. Le risorse si trovano tagliando l' assistenzialismo. Io sono per aiutare i deboli, la mia prima mossa sarà istituire un ministero per i disabili, però servono equità e senno. Spendiamo un miliardo l' anno per assistere clandestini che non hanno versato mai contributi, 11 per garantire loro prestazioni sanitarie. Le pensioni dei lavoratori pesano sull' Inps per l' 11% eppure la Fornero impedisce a chi ha 41 anni di versamenti di lasciare il lavoro. Abbiamo il sistema contributivo, è una balla che i soldi non ci sono, basta smettere di regalarli a chi non ne ha diritto». La seconda rivoluzione, o meglio battaglia, si gioca un po' in Italia, dove Salvini promette di «realizzare il vero federalismo, che responsabilizza gli amministratori e i cittadini» e molto in Europa. «Abbiamo un debito pubblico enorme» ammette Salvini, «ma per due terzi ora è in mani nostre e non della Deutsche Bank e il rischio spread è limitato. Farò tesoro degli errori di Berlusconi e della lezione della storia: se l' Europa mi manderà una lettera con i compiti da fare come nel 2011 al governo di Silvio, la getterò nel bidone della carta da riciclare. Per ridurre il debito l' unico modo è far circolare il denaro, non tagliare e impoverire le persone, come fece Monti. Se andrò al governo, mi adopererò per togliere dalla Costituzione l' obbligo del pareggio di bilancio. Straccerò la direttiva Ue firmata da Letta che impedisce di risarcire i risparmiatori truffati dalle banche, nessuno potrà più fare il Soros in Italia». di Pietro Senaldi

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