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Guido Crosetto, chi sta prendendo in giro gli elettori: cosa succede dopo il voto

Giovanni Ruggiero
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«Ho la sensazione che una parte degli elettori si sia facendo prendere per il naso». In che senso, Guido Crosetto? «Mi riferisco al M5S. Giocano ai rivoluzionari, mentre in realtà sono lo strumento della restaurazione della grande finanza internazionale». Leggi anche: Crosetto scatenato, come massacra il grilino in diretta tv Ecco perché su Twitter ha scritto, con un occhio ai sondaggi sui grillini: «Devo fare i complimenti al gruppo Bilderberg e alla Trilateral». «Il reddito di cittadinanza, che attira i fancazzisti, è un palliativo per incentivare la disoccupazione. Il piano è quello di sostituire i lavoratori italiani con manodopera a basso costo di provenienza africana». È per questo che Matteo Salvini si augura la tenuta del Pd? «Quella di Matteo non è una battuta: il crollo del Pd avvantaggia il M5S». E se i grillini salgono, per il centrodestra è un problema. «Dobbiamo smuovere gli indecisi, che potrebbero essere tra il 30 e il 35% dell' elettorato. Troppi, ancora troppi». Smuoverli, ma in che modo? «È soprattutto il ceto medio, che non crede più nella politica, a disertare le urne. A loro chiedo: pensate che il futuro di questo Paese non vi riguardi? Non si rendono conto che tra dieci, quindici anni, potrebbero pentirsi amaramente di questa scelta». Qual è l' obiettivo di Fratelli d' Italia? Fuori un numero. «Tra il 6 e il 7%». Non è un rischio fissare l' asticella troppo in alto? Prima del black out, i sondaggi erano concordi nel darvi intorno al 5%. «Per andare sulla Luna devi puntare alle stelle». Il Pd scenderà sotto il 20%? «Molti lo pensano. Per me potrebbe resistere, avendo un forte radicamento territoriale». Che succede se il centrodestra non raggiungerà la maggioranza in Parlamento? «I grillini la butteranno in caciara». E il governo chi lo fa? «Dipenderà da quanti seggi mancano per raggiungere la maggioranza. Un conto è se ne mancano una manciata, altro è se ne mancano trenta». Nel primo caso che si fa? «Vediamo chi condivide, in Parlamento, il nostro programma». E nel secondo? «Si torna a votare». Niente grande coalizione, dunque. «Gli italiani sono stufi di governi costruiti a tavolino, che non rispondono al popolo, ma a chi siede a tavolino. Gli elettori non meritano un governo che porta avanti un programma scritto da altri». Che succede se un partito del centrodestra favorisce un esecutivo di larghe intese? «Sarebbe un fatto gravissimo nei confronti dei nostri elettori». Che ne pensa di Antonio Tajani? «È il Paolo Gentiloni del centrodestra, non se ne può dire niente di male. Certo, non è Braveheart...». Sarebbe a dire? «Questi sono momenti in cui serve meno diplomazia e più rottura. L' Italia deve avere la forza di incidere. Ma ci rendiamo conto che questo Paese non è stato capace di convocare l' ambasciatore turco dopo il blocco della nave dell' Eni? Che si è fatto passare sopra la testa la guerra a Gheddafi?». Chi prende più voti: Forza Italia o Lega? «In questa campagna elettorale ho girato molto. E ho ascoltato, molto. Per questo dico: stavolta il Carroccio se la gioca. Potrebbe arrivare davanti». E Salvini potrebbe essere il premier. «La cosa più importante è il programma, quale che sarà il presidente del consiglio. Il premier è solo lo strumento per attuare l' agenda di governo. Faccio un esempio: anche se Forza Italia sarà il primo partito, non è che arriva Tajani e il programma lo fa Angela Merkel». Perchè è tornato in prima linea? Nel settembre 2014 aveva lasciato la politica: adesso è coordinatore nazionale di Fratelli d' Italia e candidato in Piemonte. «Merito di Giorgia Meloni. Mi ha pressato per mesi, toccandomi nell' orgoglio. Alla fine ho ceduto». In Fratelli d' Italia, lei è uno dei pochi non provenienti da An. «Il nostro progetto è andare oltre lo storico recinto di An. Il futuro è un partito inclusivo, di respiro europeo, che parta da destra, ma sia capace di costruire un nuovo "popolo della libertà"». Cinque anni dopo la fondazione, a che punto è il cammino? «Lo vedremo domani notte». di Tommaso Montesano

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